Installazioni e piante, visitare il museo come esperimento
Glicini sulla facciata, discese vertiginose, laboratori e film alla Strozzina Svelati i rendering del progetto «Florence Experiment» a cura di Galansino con l’artista Carsten Höller e il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso
Una volta era la norma arricchire le facciate dei palazzi con decorazioni temporanee, dagli arazzi, ai dipinti, da elaborate costruzioni sceniche a torri e girandole di fuochi d’artificio, e Palazzo Strozzi torna a rinverdire la «tradizione». Con un’altra metamorfosi che sulla facciata del palazzo rinascimentale fiorentino vedrà arrivare, dopo la «capanna» di Tadashi Kawamata nel 2013 e i gommoni di Ai Wiewei nel 2016, otto giganteschi vasi sospesi di glicini, con foglie e fiori che potranno salire lungo colonne fino al tetto. E che dialogheranno con il doppio maxi scivolo alto venti metri che Carsten Höller installerà nel cortile e con le emozioni che i visitatori proveranno sia lanciandosi sullo scivolo, sia assistendo a film horror o commedia brillanti alla Strozzina. È The Florence Experiment, installazione-laboratorio di Höller e di Stefano Mancuso, il celebre scienziato neurobiologo che a Firenze insegna e che studia le piante e la loro intelligenza.
L’esperimento scatterà dal 19 aprile, ma il conto alla rovescia è già iniziato con la pubblicazione dei rendering delle due installazioni, apparsi sui social, suscitando già interesse. L’idea è ambiziosa ed intrigante: allestire nei locali della Strozzina un vero laboratorio scientifico che analizzi in tempo reale le variazioni della fotosintesi delle piante e la presenza di microparticelle volatili in relazione alle emozioni di divertimento, paura, eccitazione vissute da chi avrà il coraggio di gettarsi lungo gli acrobatici scivoli e di chi assisterà ai film in locali che — un po’ come nei film di fantascienza — saranno dotati di tubi per incanalare i composti chimici sulla facciata e sulle piante. Si cercherà di capire, insomma, se e come le emozioni positive e negative dell’uomo influenzano la crescita ed il benessere delle piante, se si stabilirà o meno una sorta di empatia tra noi e i vegetali. L’installazione è curata da Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, che al Corriere Fiorentino proprio qualche giorno fa aveva detto: «Credo che The Florence Experiment lascerà senza fiato. Coinvolge tutto il palazzo, il cortile, la Strozzina. Carsten Höller ha riflettuto sul binomio artescienza, tradizionalmente importante a Firenze, penso a Leonardo, Galileo, Francesco I ed il suo Studiolo, e con Stefano Mancuso farà un lavoro che metterà in campo la nostra integrazione con il mondo vegetale».
Carsten Höller, nato nel 1961 a Bruxelles, laureato in agraria ed esperto di piante si è imposto nel mondo dell’arte contemporanea a partire dagli anni Novanta con le sue creazioni che cercano e sollecitano emozioni e interazioni, in una sorta dei paese delle meraviglie che comprende grandi funghi, letti sopraelevati e girevoli, installazioni stile luna park, ed il dialogo con Mancuso — che dello studio delle piante e delle emozioni ha fatto la missione della sua vita — è stato naturale. Per lo scienziato le piante comunicano tra loro, reagiscono ai mutamenti dell’ambiente, si muovono, usano gli animali per i loro scopi, accudiscono le piante piccole e provano persino delle emozioni, sfidando con il loro «cervello diffuso, come Internet» i nostri modelli organizzativi e mentali. Per Carsten l’arte è dinamica, necessità di esperienze attive, per Mancuso lo è il mondo intero e fino al 26 agosto sarà possibile stare al gioco dei due protagonisti, e di Galansino. O semplicemente ammirare i glicini arrampicarsi sulla pietra del palazzo e divertirsi come bambini affrontando gli scivoli.