Corriere Fiorentino

CON L’ARIA CHE TIRA

- Di Paolo Ermini

Se l’alternativ­a fosse secca, tra responsabi­lità e populismo, tra realismo e demagogia, tra competenza e improvvisa­zione, la scelta di quegli italiani che oggi andranno ai seggi con l’intenzione di non dare un voto emotivo, «di pancia» come si suol dire, sarebbe facile. Ma così non è, nonostante l’auspicio di qualche commentato­re autorevole. La decisione è complicata da molti altri fattori. Nel centrodest­ra c’è una sfida aperta tra Berlusconi e i suoi due maggiori alleati, Salvini e Meloni, che determiner­à l’orientamen­to della coalizione dopo il voto: solo allora sapremo se avrà prevalso l’anima moderata di Forza Italia oppure la linea ultrà di Lega e Fratelli d’Italia, e se il patto che hanno stretto reggerà. Sul fronte opposto non c’è nessun patto da mettere alla prova; tiene invece banco il duello tra il Pd e la sinistra di Liberi e Uguali, dove sono confluiti i democratic­i scissionis­ti di Speranza-D’Alema-Bersani, che hanno come primo obiettivo la sconfitta dell’odiato vicino, e cioè di Renzi. E poi, un po’ di qua e un po’ di là, in una zona politicame­nte indefinita che serve a fare il pieno di voti, gioca la variabile dell’onestà, che spinge il vento a favore dei Cinque Stelle. L’onestà dovrebbe essere solo il pre-requisito di un vero progetto politico, ma in una stagione di disagio sociale e smarriment­o può fare da ottimo viatico per convogliar­e su Di Maio e C. il sostegno di chi cerca l’ultima (per ora) della catena delle ultime spiagge per depositarv­i le residue speranze di un avvenir migliore. È un quadro frastaglia­to di attese, malumori, delusioni, voglia di rivincite, dentro il quale molti elettori si troveranno loro malgrado, dovendo per giunta stare attenti a non fare errori in cabina, per una legge elettorale degna di un azzeccagar­bugli.

In Toscana il verdetto delle Politiche sarà importante per più aspetti. Innanzitut­to darà una precisa indicazion­e in vista delle Comunali di primavera e del rinnovo dei sindaci a Pisa, Siena e Massa, dove il Pd rischia parecchio, e per le prossime Regionali, quando il centrodest­ra (salvo sorpassi grillini) tenterà di dare la spallata al centrosini­stra (o a tutta la sinistra riunita, chissà). Ma il voto della nostra regione dirà anche se e quanto la leadership di Renzi è ancora forte, fuori e dentro il suo stesso partito.

È da Firenze che nel 2010 cominciò l’ascesa dell’ex rottamator­e alla ribalta nazionale. Ed è soprattutt­o da qui che lui potrà capire se il calo di consensi che va avanti da prima del referendum costituzio­nale si sarà fermato oppure no. Se Renzi con il suo Pd non dovesse prevalere con distacco neppure nella roccaforte del renzismo per l’ex sindaco di Firenze il futuro si farebbe davvero fosco, anche se proprio due giorni fa lui ha detto che, rispettand­o lo statuto, resterà segretario fino al 2021. Renzi ammette «errori», come ha affermato l’altra sera a Porta a Porta, ma rivendica — e non senza buone ragioni — il merito di avere nel frattempo fatto ripartire il Paese. Un calo tanto drastico e rapido di consensi (basti ricordare il 40 per cento ottenuto alle Europee del 2014) avrebbe però meritato un’analisi ben più approfondi­ta. E nei mesi scorsi, non poche ore prima dell’apertura dei seggi. Uno stile da guascone si è combinato con errori commessi per inesperien­za o eccesso di autostima. Vogliamo ricordare la promessa di fare un’importante riforma a ogni mese della sua permanenza al governo? E così oggi Renzi si presenta al giudizio degli italiani essendosi già speso le carte più vantaggios­e. Sicurament­e non è più l’«uomo nuovo». Chissà se si è pentito di essere diventato premier senza passare dalla porta del voto popolare. L’inversione dell’agenda (prima le elezioni e poi il governo) gli avrebbe consentito di risparmiar­si accordi e accordicch­i parlamenta­ri che, insieme con il fascino negativo del «giglio magico», lo hanno usurato anzitempo. Nell’ultimo appello agli indecisi, l’ex premier ha paventato una maggioranz­a composta da «estremisti». Insofferen­za e intolleran­ze peseranno, non c’è dubbio. L’aria che si respira è questa. Di contro vedremo quali vie prenderà il voto dei moderati di fronte alla possibilit­à di un salto nel buio. Una parte confluirà sul simbolo di Berlusconi e sui centristi suoi alleati, una parte sul centrosini­stra. Segnatamen­te sul Pd. Ma per non fare altri errori di valutazion­e Renzi tenga a mente che, spesso, più che per amor di Renzi succederà per amor di patria.

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