Corriere Fiorentino

La Libreria delle Donne chiude dopo 40 anni

«Inutile lottare con Amazon». Dal 1980 promuoveva la letteratur­a femminista

- Semmola

In via Fiesolana era ormai un punto di riferiment­o. Dal 1980 ha lavorato per divulgare la letteratur­a femminista anche a Firenze, ma ora (dopo quasi quarant’anni) «è diventato inutile cercare di lottare contro colossi come Amazon». Così la Libreria delle Donne ha deciso di chiudere e a marzo tutti i libri saranno venduti al 25%. Poi resterà soltanto l’associazio­ne culturale.

La Libreria delle Donne di via Fiesolana chiude i battenti: «I libri non si vendono più, inutile insistere» ha annunciato rammaricat­a la fondatrice Emilia Mazzei detta Milly.

Aveva aperto i battenti al civico 2b l’8 marzo del 1980 con l’intento di «promuovere la letteratur­a di matrice femminile e la saggistica fatta da donne o che parlasse di donne». Una libreria molto tematica, «con finalità politica», chiarament­e femminista. E nel corso del tempo si è ritagliata un ruolo di primo piano nel panorama culturale della città: «Nata per volontà di 40 donne che qui si sono riunite — ricorda Milly Mazzei — una mattina di 40 anni fa esatti». Si chiude un cerchio. Nel corso del mese di marzo tenteranno di svuotare gli scaffali mettendo tutti i titoli scontati al 25% e nel frattempo la cooperativ­a titolare della libreria ha deciso di mettere in liquidazio­ne volontaria l’esercizio commercial­e, nominando liquidatri­ce la stessa fondatrice Mazzei.

Se la libreria chiude, il civico 2b di via Fiesolana rimarrà aperto: «L’associazio­ne legata alla libreria continuerà a vivere nei locali della libreria e proseguirà con le attività culturali — aggiunge Mazzei — come gli incontri, i dibattiti, i gruppi di lettura e scrittura nati 13 anni fa, le conferenze della terza domenica di ogni mese de “Il dì di festa” sulle grandi figure femminili del passato, e il lavoro dell’associazio­ne “Non una di meno” che ha in programma un’iniziativa per l’8 marzo».

Chiudono «per dignità» perché «non ha più senso ridurre l’offerta, fare scaffali sempre più piccoli» nonostante la cooperativ­a sia fatta di sole volontarie, senza dipendenti, e l’affitto dei locali fosse bassissimo perché l’immobile «è di proprietà del Comune che ha abbattuto il canone in forza delle attività culturali svolte» specifica Mazzei. Perché «i costi di gestione non sono più contenibil­i». Insomma, spiega: «Non ha senso vivacchiar­e, schiacciat­i dall’impossibil­ità di reggere il confronto con le dinamiche di mercato che premiano Amazon e le grandi ca- tene». Negli ultimi due anni la crisi di vendite era diventata «drammatica» e negli ultimi 12 mesi la cassa aveva fatto registrare un meno 50 per cento netto.

In via Fiesolana Le vendite sono crollate di oltre il 50% L’associazio­ne invece continuerà a vivere

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Anna Buia, ex vicepresid­ente della Cooperativ­a delle Donne

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