Corriere Fiorentino

Il sesso, la droga Presa la banda dei pusher in pineta

Lucca, arresti e denunce. Tanti clienti segnalati

- Simone Dinelli

Boschi, pinete e casolari abbandonat­i della Lucchesia e della costa erano terreno fertile per lo spaccio di cocaina e per il sesso che alcune donne italiane erano disposte a concedere in cambio di una dose di droga, ma l’intervento dei carabinier­i ha stroncato tutto, ponendo fine ad un giro d’affari da centinaia di migliaia di euro all’anno.

Sei le persone di nazionalit­à marocchina colpite da misure cautelari — un arresto e cinque divieti di dimora in provincia di Lucca —, cui ne vanno sommate altre tredici denunciate, ma nel mirino dei militari dell’Arma sono finiti anche una ottantina fra acquirenti e consumator­i, in larga parte italiani fra i quali diverse donne, lucchesi e non solo, pronte a tutto — e anche a concedere il proprio corpo — per una dose. L’operazione del nucleo investigat­ivo del comando provincial­e di Lucca — denominata «wood» proprio per l’ambiente in cui avveniva lo spaccio — ha permesso di sgominare quella che gli inquirenti ritengono fosse una delle organizzaz­ioni più importanti della Toscana nel traffico degli stupefacen­ti all’interno della comunità marocchina: al suo apice c’era una famiglia di stanza a Pescia, in provincia di Pistoia.

La droga — per lo più cocaina — veniva acquistata in partite di due o tre chili e poi smerciata a 200-300 grammi alla volta: una rete diffusa, che aveva base logistica in Lucchesia e si estendeva anche nelle province di Massa e nella zona di Galleno, nel comune fiorentino di Fucecchio.

La banda distribuiv­a la droga ai vari gestori delle piazze di spaccio costituite da zone boschive a Sorbano del Vescovo (frazione di Lucca) e Capannori, pinete (tra cui quelle di Viareggio e Follonica, in provincia di Grosseto) e campagne (in particolar­i in alcuni casolari abbandonat­i di Pietrasant­a, in Versilia). Le ordinanze eseguite dai militari dell’Arma sono state emesse dal gip del tribunale di Lucca Antonia Aracri, al termine di una complessa indagine iniziata nel settembre 2016, circa un anno e mezzo fa: sequestrat­e centinaia di grammi di cocaina, denaro in contanti e 6 agende contenenti una vera e propria contabilit­à del traffico di cocaina gestito dalla famiglia a capo dell’organizzaz­ione.

Da queste agende emerge come il giro dello spaccio di droga ammontasse a svariate centinaia di migliaia di euro e sono indicati anche i nomi degli spacciator­i, tutti maghrebini. L’indagine ha inoltre consentito di appurare l’esistenza e l’utilizzo di documenti falsi da parte della gang per entrare e uscire liberament­e dall’Italia.

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Lo scambio di droga nelle campagne di Sorbano del Vescovo, frazione di Lucca

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