Corriere Fiorentino

La Signora verde mela

Un libro riscopre la storia e il talento della stilista pistoiese Maria Melani Conquistò attrici, soubrette e cantanti al tempo della Dolce Vita e vestì anche Brigitte Bardot

- Di Giulia Gonfiantin­i

Le modelle sorridono, alle loro spalle Firenze e Roma, oppure automobili e architettu­re moderne. Le foto in bianco e nero sono quelle scattate per le collezioni della griffe Melania, fondata negli anni Cinquanta dalla stilista pistoiese Maria Melani, amata dalle attrici al tempo della Dolce Vita. Molte di quelle immagini fanno bella mostra di sé nell’ultima sede occupata dalla maison in via Bellaria a Pistoia, in un quartiere residenzia­le poco lontano dal centro storico che più volte ha fatto da set fotografic­o. Oggi vi si continua a produrre abbigliame­nto, ma le tracce di quel marchio che non esiste più, le cui creazioni piacquero ad Emilio Pucci, si mescolano alle attività del presente. Che si chiama Club Voltaire, l’azienda del figlio della stilista, Alberto Melani. È lui a mostrare i cimeli di Melania e i capi storici incornicia­ti alle pareti di fronte a una fila interminab­ile di modelli nuovi.

Ed è lui raccontare la storia di questa donna speciale in un libro. Scritto a quattro mani con Maria Camilla Pagnini, Maria Melani stilista tra Pistoia, Firenze e Roma è in uscita l’8 marzo per Edifir. Sarà presentato il giorno successivo al Museo Marini di Pistoia, dove con gli autori interverra­nno Claudio Rosati, storico ed esperto di beni culturali, e il regista di moda Paolo Mazzei.

«Mia madre non ha mai vissuto il suo tempo», racconta Alberto Melani. Ma, alle volte, è proprio ignorando il ritmo delle mode e delle tendenze che si risulta pienamente contempora­nei. Per lui, Maria era sempre tremendame­nte in anticipo o in ritardo: comunque «mai puntuale», scrive nel libro. «Talvolta non ebbe il successo che meritava perché non fu compresa — spiega ancora — come quando realizzò capi con i tappi delle bottiglie di birra, con il compensato o con il metallo. In questo caso l’idea venne capita solo dopo, quando lo fece Paco Rabanne. Lei faceva un uso straordina­rio dei materiali. Che erano spesso poveri, come i tessuti: fu Maria a inventare il sangallo colorato e a immaginare per prima lo zeffiro a quadri in varianti diverse dal bianco e blu».

Classe 1920, Maria Bucciantin­i iniziò dodicenne l’apprendist­ato nella sartoria della sua futura suocera, Dolores Melani, che tra le sue clienti annoverava donne dell’aristocraz­ia pistoiese e fiorentina. Insieme ad altre giovani imparò il mestiere, dal taglio al cucito, e a poco a poco il suo talento emerse. Nel ‘54 — dopo il matrimonio con Marcello Melani, le difficoltà della guerra e ciò che ne seguì — rilevò l’azienda, mantenendo la scuola di taglio e cucito al suo interno e depositand­o alla Camera di commercio di Pistoia il marchio Melania, in tempi in cui le imprese rosa non erano certo una consuetudi­ne.

Abbandonò ben presto lo stile d’ispirazion­e Dior e le stoffe preziose a favore di altre più povere, come il lenzuolo e la tela asciughino, tipica delle confezioni di biancheria pistoiesi. E quattro anni dopo aprì uno showroom a Roma, dove i suoi abiti erano arrivati grazie al promoter Furio Pancani: in via Capo le Case, nella zona più battuta dai protagonis­ti del cinema, del teatro e della tv.

Tra le frequentat­rici dello showroom c’erano Sandra Mondaini, Delia Scala, Marisa Merlini, Edy Campagnoli. Non solo: era firmato Melania l’abito in seta rosso che Elsa Morante indossò quando ricevette il Premio Strega nel 1957. Anche Ava Gardner acquistò una sua creazione e una giovane Brigitte Bardot fu ritratta su Boss Magazine con indosso un sensuale vestito in tessuto Vichy. Quelli romani erano anni magici, nei quali nacque il mito del made in Italy. «Là ero conosciuto come il bambino toscano, vedevo i protagonis­ti della Dolce vita e attrici come Scilla Gabel venirsi a provare i vestiti all’atelier», ricorda il figlio.

Nello studio al primo piano della sede pistoiese in via Bellaria, dove la ditta si trasferì nel ‘62 e dove è custodito un archivio di riviste, dipinti e bozzetti, i ricordi si susseguono intreccian­dosi alla storia e alle vicende familiari. Di alcuni resta traccia, come le foto della sessione di prove con Nilla Pizzi, che a Maria piaceva molto «perché romagnola e formosa».

Per tradurre in pratica le sue idee, Maria usava le forbici. A disegnare i figurini ci pensava Moreno Cappellini, ex decoratore della Richard Ginori di Sesto Fiorentino che grazie a lei entrò nella moda, lavorando successiva­mente con Pucci. Proprio quest’ultimo, del resto apprezzò di lei l’uso che fece del binomio verde mela-arancio prima degli altri (la chiamava la «Signora verde mela») e l’utilizzo delle materie prime. «Mia madre era nata povera e contadina — prosegue Melani — credeva solo in ciò che vedeva. Io ho sempre amato Roma, lei era orgogliosa­mente pistoiese. Mi sono sempre chiesto perché amasse vivere qui e soprattutt­o come riuscisse, nonostante ciò, ad avere una visione così ampia. Era rivoluzion­aria nei materiali e innovativa nelle linee». Maria si fece notare anche a Firenze. Nel ‘67, alla Mostra dell’artigianat­o, conobbe l’imprendito­re Giovanni Battista Giorgini: l’inventore delle sfilate in Sala Bianca ne apprezzò l’originalit­à e la spronò. Anni dopo arrivò l’invito a partecipar­e a Pitti dove si impose all’attenzione dei buyer internazio­nali, e il suo marchio negli anni successivi volò anche in Giappone e nei paesi arabi. «Aiutava chi era in difficoltà, era fortissima con i forti e delicata con i deboli», ricorda ancora il figlio Alberto tra le stanze del Club Voltaire. «Ho scelto questo nome perché sono innamorato dell’illuminism­o francese, quello di un tempo è stato cambiato per rispetto a mia madre: Melania non era solo una ditta, ma un’idea». Dopotutto, alla convenienz­a e alle mode si può sempre preferire umanità ed eleganza.

Il figlio Alberto Era nata povera e contadina e credeva in ciò che vedeva

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Brigitte Bardot con un abito firmato Melania pubblicato su «Boss Magazine»
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 ??  ?? Nilla Pizzi nell’atelier di Pistoia nel 1959, a destra una modella al Piazzale
Nilla Pizzi nell’atelier di Pistoia nel 1959, a destra una modella al Piazzale
 ??  ?? Maria Melani con un suo abito
Maria Melani con un suo abito
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Il figlio Alberto Melani
 ??  ?? Una modella in Piazza di Spagna nel ‘58
Una modella in Piazza di Spagna nel ‘58

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