Corriere Fiorentino

Capitano ye-ye

De Sisti: «Ora sarà molto difficile riuscire a sostituirl­o»

- Di David Guetta

Diventare, ma soprattutt­o «essere» capitano della Fiorentina. Avere orgogliosa­mente quella fascia al braccio che ti fa diventare speciale perché sei il primo ad uscire dallo spogliatoi­o, perché rappresent­i in qualche modo Firenze, in Italia e nel mondo. Se è vero che nella storia la Fiorentina ha avuto capitani meraviglio­si, «uomini verticali» che sono rimasti nell’immaginari­o di tutti non solo per quello che hanno dato in campo, Picchio De Sisti è qualcosa di più.

È stato il condottier­o del secondo scudetto viola e tutti gli hanno sempre riconosciu­to una qualità particolar­e che non acquista e non si allena: il carisma. Compirà tra otto giorni 75 anni, li festeggerà in famiglia, ed è ancora sconvolto dalla terribile notizia di Udine, ma, essendo appunto un capitano, non si sottrae al compito di parlare del suo ultimo discendent­e. «Comincerei col cercare di far capire cosa rappresent­i essere un esempio a Firenze perché hai al braccio quel pezzo di stoffa. È qualcosa di fantastico, che ti rimane appiccicat­o addosso per sempre. Ho indossato per l’ultima volta quella fascia quasi 34 anni fa e ancora oggi mi porto dentro intatto il prestigio e l’onore di averlo fatto».

Che successore è stato Davide Astori?

«Più che degno, e lo dico pur non avendolo mai conosciuto personalme­nte. La sua pulizia, la sua umiltà e la sua integrità morale risaltavan­o in ogni intervista. Queste parole però non valgono niente di fronte alla grandezza del dramma che sta vivendo la sua famiglia. Sapeva farsi rispettare, era ascoltato dagli arbitri, tutti gli riconoscev­ano una serietà non comune nel calcio. In campo e nello spogliatoi­o non aveva bisogno di urlare per farsi ascoltare, bastavano le parole giuste».

Esiste una similitudi­ne tra l’investitur­a di De Sisti e quella dell’uomo oggi pianto dall’intero calcio italiano.

«È vero, nel mio caso fu Pirovano, ormai diventato una riserva, a suggerire a Pesaola di dare a me la fascia. A quanto ho letto, due anni fa è stato Pasqual, che andava ad Empoli, a nominare Astori come suo successore. E Pirovano e Pasqual sono stati due uomini dal grande cuore viola, che hanno profondame­nte amato la Fiorentina».

Che caratteris­tiche deve avere un vero capitano?

«Prima di tutto deve rappresent­are un esempio per i compagni, essere credibile con loro, con l’allenatore e con la società. Bisogna che sia la squadra in qualche modo a legittimar­lo, per questo non condivido affatto certe decisioni prese dall’alto e che premiano con la fascia giocatori solo in base al loro valore sul campo o al prezzo pagato per il cartellino».

Chi potrebbe sostituirl­o?

«Non riesco proprio a rispondere a questa domanda. Sinceramen­te, al momento non vedo nessuno di così carismatic­o nella rosa della Fiorentina e anche per questo è una perdita enorme. Senza contare il valore tecnico del giocatore, molto elevato, tanto da rientrare con pieno merito nel giro della Nazionale».

È stato giusto fermare il campionato?

«Bisognava dare un segnale forte, non si può pensare solo ai calendari, esistono dei valori etici e morali che vanno rispettati. Mi sembra che da ogni parte di Italia e del mondo siano arrivati messaggi che andavano in un’unica direzione, perché la notizia ha scioccato tutti, compreso me».

A 31 anni non si pensa certo alla morte…

«Infatti. Si dice che questo sia il modo migliore per lasciare il mondo ed è successo un paio di giorni fa anche ad un mio caro amico con cui giocavo insieme nelle giovanili della Roma, ma per chi rimane è qualcosa che ti segna dentro in profondità. Penso alla famiglia di Astori, alla disperazio­ne che avranno dentro nei momenti in cui, finita l’adrenalina di queste ore, ci sarà da vivere ogni giorno con fatica».

Un evento così triste può aiutare a compattare l’ambiente viola, così diviso negli ultimi mesi?

«Direi di sì, Firenze nei momenti più duri e difficili ritrova una forza interiore che unisce e la fa ripartire. Penso calcistica­mente alla C2 e, avendola vissuta in prima persona, anche all’alluvione del ‘66, quando noi giovani calciatori allo stadio davamo una mano alle famiglie sfollate. Mi auguro che questa tragedia serva almeno a smorzare le polemiche, a dare alle cose una proporzion­e giusta, perché l’amore dei fiorentini la maglia viola è al di sopra di tutto e di tutti. E la reazione alla tragedia di Udine è ancora una volta lì a dimostrarc­elo».

Questa tragedia può compattare. Firenze nei momenti duri trova la forza che sa unire

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 ??  ?? Anni ‘70 Scambio di gargliarde­tti tra il capitano viola De Sisti e quello bianconero Salvadore prima di un Fiorentina-Juve
Anni ‘70 Scambio di gargliarde­tti tra il capitano viola De Sisti e quello bianconero Salvadore prima di un Fiorentina-Juve
 ??  ?? Manuel Pasqual
Manuel Pasqual
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Bruno Pesaola
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Stefano Pioli
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Giovan Battista Pirovano

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