Corriere Fiorentino

Come in famiglia

I fiori bianchi a Cesare, la festa triste per Borgo Così la città si unisce

- Di Ernesto Poesio

La notizia ha colpito i fiorentini come un colpo alle spalle. Nelle case, nei supermerca­ti, sui campetti dove si stavano giocando le partite dei dilettanti e dei più piccoli. La morte improvvisa di Davide Astori ha lasciato tutti senza fiato, non soltanto i tifosi viola, ma anche chi magari fino a quel momento ne aveva letto il nome solo distrattam­ente nelle cronache sportive dei giornali. È stato così per tutta la giornata di ieri, lo sarà anche nei prossimi giorni. E poi domenica prossima, quando il Franchi raccoglier­à lo sgomento di tutta la città. Successe nel 2007 quando il dolore di Cesare Prandelli per la morte della moglie Manuela, malata da tempo, divenne il dolore di tutti. Alla prima partita in panchina dopo la perdita della compagna, l’allora allenatore viola fu sommerso di affetto, tra fiori lanciati dalle tribune e le sue lacrime di commozione e gratitudin­e sotto la curva Fiesole con in mano quella rosa bianca raccolta poco prima. Empatia, tanta, che Prandelli non ha mai dimenticat­o e che ancora rappresent­a uno dei motivi per cui ha scelto di continuare a vivere in città. Perché Firenze, nonostante il suo modo un po’ rude e decisament­e polemico di seguire le vicende della Fiorentina, riesce sempre a regalare a chi è «di famiglia», anche solo se per qualche stagione. Così il silenzio quasi irreale che accompagnò l’entrata in campo di Prandelli in quel Fiorentina-Inter resta uno dei momenti più emozionant­i che il Franchi ha saputo regalare. Fu invece una festa tenerissim­a, anche se terribilme­nte amara e commovente, qualche anno dopo, quella con che la famiglia Fiorentina seppe regalare a Stefano Borgonovo. Accompagna­to sulla sedia a rotelle dal suo amico fraterno Roberto Baggio, mentre tutti gli ex compagni lo applaudiva­no, il mondo viola si fuse in un abbraccio collettivo. Un dono che lui ha voluto portare con sé fino alla fine della battaglia contro la Sla. «Qui mi sento a casa», ha sottolinea­to la moglie Chantal Borgonovo qualche settimana fa in Palazzo Vecchio presentand­o un libro che raccontava la sua storia. Parole non di circostanz­a, ma di gratitudin­e per una comunità che ha scelto di restare sempre accanto ai suoi eroi più sfortunati. E non è un caso, forse, che proprio dalla sfortuna, da quell’incidente che avrebbe potuto causarne la morte, si sia cementato indissolub­ilmente il rapporto fra Firenze e Giancarlo Antognoni. Il capitano dei capitani tenne tutti col fiato sospeso dopo il suo scontro aereo con il portiere Martina. Momenti difficilis­simi che hanno finito per rendere ancora più unito il mondo Fiorentina. Che rimase colpito nel profondo anche alla scomparsa del presidente viola Mario Cecchi Gori, pochi anni dopo aver acquistato il club grazie a cui aveva conosciuto la moglie Valeria in curva Ferrovia. Già, quel settore dello stadio che oggi è sempre tristement­e vuoto, ma che negli anni ‘90 dopo la costruzion­e del «formaggino» per i tifosi ospiti divenne una seconda casa per i viola club, divenne quasi subito «Curva Marione», un modo un po’ goliardico, molto affettuoso e decisament­e in perfetto spirito fiorentino per ricordare il presidente scomparso. Anche il nuovo millennio si aprì spezzando il cuore dell’ambiente viola. A Bologna, in un assurdo incidente col motorino, a perdere la vita fu Niccolò Galli. In quel febbraio del 2001 la chiesa dei Salesiani in via Gioberti fu presa d’assalto da tanti fiorentini che vollero essere presenti all’ultimo saluto del figlio del grande portiere viola Giovanni Galli che aveva iniziato nelle giovanili della Fiorentina. Un’emozione mai sopita e che si è ripetuta solo pochi mesi fa quando a Niccolò sono stati dedicati i giardini di Campo di Marte dove da piccolo il padre lo portava a giocare. Commozione intatta, nonostante siano passati ormai diciassett­e anni. Potere del calcio? Forse, ma non solo. Almeno non a Firenze dove l’anello che tiene uniti la Fiorentina e la città diventa un legame che supera lo sport e si avvicina a quello di una famiglia. La stessa famiglia che ora è chiamata a stringersi per divedere il dolore di un altro addio.

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 ??  ?? A lato: Cesare Prandelli, con la rosa bianca in mano lanciatagl­i dalla tribuna per la morte della moglie Manuela, salita i tifosi.
A fianco: in alto, la paura dei viola per lo scontro tra Martina e Antognoni; in basso, Borgonovo al Franchi ormai...
A lato: Cesare Prandelli, con la rosa bianca in mano lanciatagl­i dalla tribuna per la morte della moglie Manuela, salita i tifosi. A fianco: in alto, la paura dei viola per lo scontro tra Martina e Antognoni; in basso, Borgonovo al Franchi ormai...
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