I Della Valle coi familiari e tra i tifosi E Nardella annuncia il lutto cittadino
Dalle Marche per abbracciare la squadra. «Stateci vicini». Poi l’arrivo di Diego
Andrea a Firenze, Diego a Udine e poi con Andrea e tutti i dirigenti viola nel capoluogo di regione. Dove il sindaco Dario Nardella, che è stato ai campini assieme alla società viola a Pioli, ha dichiarato il lutto cittadino nel giorno dei funerali del capitano viola. E tutta la città si è stretta attorno al Franchi e sui social (oltre mezzo milione i cinguettii su Davide).
Poco prima di uscire per parlare con i giornalisti è rimasto qualche secondo a fissare la foto di squadra all’interno del centro sportivo. Davide al centro, sorridente e fiero della sua maglia viola, e tutti gli altri attorno. Lì, a due passi dai campi di allenamento, dove il capitano viola era tra i primi ad accoglierlo quando decideva di visitare la squadra. Sì, perché tra il capitano e il presidente Andrea Della Valle c’era un rapporto speciale. Non solo perché aveva la fascia al braccio ma perché aveva il carattere di un uomo buono e sincero.
Quando ha ricevuto la triste notizia Andrea Della Valle era a casa sua nelle Marche, una domenica come le altre da quando ha deciso di allontanarsi fisicamente dalla sua Fiorentina. Niente stadio ma solo gare viste alla televisione in famiglia, nonostante gli appelli a tornare il prima possibile. E tra questi appelli, quelli che più lo avevano fatto ripensare al suo esilio volontario, erano stati proprio quelli del capitano Astori. Della Valle ha chiuso la telefonata ed è salito in macchina. Insieme a Mario Cognigni verso pranzo è arrivato a Firenze in attesa di accogliere la squadra al rientro dalla drammatica trasferta. Ha parlato con i dirigenti, ha coordinato con il fratello Diego la visita a Udine con i familiari del calciatore e ha aspettato l’arrivo del pullman dei suo giocatori. Li ha accolti tutti fuori dallo spogliatoio, li ha abbracciati uno ad uno. Occhi rossi e sguardo a terra, sconvolto, come Pioli, tanto che il fratello Diego ha deciso di tornare a Firenze dopo Udine per stare assieme a loro. «C’è poco da dire, è una tragedia e rispettiamo il momento... un ragazzo stupendo. Era un ragazzo di prim’ordine, una bella famiglia e da una bella famiglia come la sua è venuto fuori uno come lui», le parole di Diego fuori dall’albergo dove in serata si è riunito con i vertici viola.
Andrea ha parlato nel pomeriggio, fuori dal centro sportivo con i tifosi viola che aspettavano in silenzio. «È difficile stare qua, è una tragedia immensa. Non so come esprimermi — ha detto Andrea Della Valle — penso alla famiglia, alla piccola figlia e alla squadra. Siamo sconvolti, non ho molto da dire. Vediamo in questi giorni come affrontare una prova così dura, una prova di vita». In testa la famiglia, soprattutto, ma anche la famiglia del calcio, quella squadra così giovane che proprio per volontà di Andrea aveva in Astori uno dei leader: «Doveva rinnovare il contratto lunedì — prosegue — Che gioia per lui finire la sua carriera a Firenze, perché questo voleva. Era un punto di riferimento per tutta la squadra, anche nel ritiro di Bologna (il 3 febbraio scorso, ndr) dopo tanto tempo che ero lontano da tutto, abbiamo parlato mezz’ora. Lui mi ha raccontato del progetto e dei nuovi ragazzi. Sembrava che lui fosse l’allenatore e il direttore sportivo insieme, oltre che il capitano. C’era un rapporto speciale con lui, non lo nascondo. Prima della fine del campionato scorso è stato il primo a credere in questa nuova ripartenza. Ci mancherà per sempre, era un vero capitano».
Parole rotte dalla commozione e dalle pause, tante. «Dobbiamo andare avanti, abbiate tutti un po’ di pazienza, vi chiedo di capire il nostro stato d’animo. I ragazzi dovranno avere la forza di reagire, lo dovranno fare anche per lui e per la sua famiglia. Io sono orgoglioso di averlo conosciuto bene. La città ci stia vicino — ha continuato Adv — Quando capitano cose del genere è come se tu perdessi qualcosa di te stesso. Lo choc è ancora troppo forte, soprattutto per le qualità morali che questo ragazzo aveva. Nello spogliatoio era speciale».
Come speciale è il sorriso del capitano nella foto del corridoio del centro sportivo viola.
Quando abbiamo parlato sembrava che fosse lui l’allenatore e il direttore sportivo I ragazzi dovranno avere la forza di reagire, lo dovranno fare anche per lui e la sua famiglia