Corriere Fiorentino

«Babbo e nonno hanno i loro, il mio capitano resterai tu»

Tanti, tantissimi tifosi e messaggi sotto la Fiesole e a Peretola ad aspettare la squadra

- Jacopo Storni

«Ti voglio ricordare così, umile, generoso, sorridente e sempre disponibil­e con tutti, adulti e bambini, una persona splendida, un uomo vero in un calcio malato». Davide Astori vive nel ricordo dei tifosi, nelle decine di lettere appese alle grate dello stadio Franchi. Migliaia di persone, ieri pomeriggio, sono arrivate sotto la tribuna per lasciare un ricordo. Una procession­e lenta e commovente a partire dalle 13: uomini e donne, giovani e anziani. Non è giorno di partita, eppure attorno allo stadio il traffico sembra quello delle grandi occasioni. Macchine e motorini in coda per lasciare un omaggio al capitano che non c’è più. Le inferriate verdi della tribuna straripano di fiori, sciarpe, striscioni, bandiere, maglie. E tantissime lettere. Parole strazianti su fogli improvvisa­ti, appiccicat­e alle grate con lo scotch. «È grazie a persone come te che il calcio è il gioco più bello del mondo», recita una delle lettere. C’è un ragazzino che scrive appoggiand­osi alla schiena del padre, un altro che rilegge le parole appena scritte: «Sono un adolescent­e, mio babbo e mio nonno avevano i loro capitani del cuore, io ho te, il nostro guerriero, Firenze ti ama capitano».

Tifosi di oggi e tifosi di ieri. Un anziano ripiega la sua sciarpa viola dentro una busta trasparent­e, poi la lascia sotto la tribuna: «Con questa sciarpa ho seguito la Fiorentina ovunque. In Italia e all’estero, in campionato e in Champions. Adesso che non sono più ragazzo, la conservavo nella speranza di riprenderl­a nel caso un giorno avessimo vinto lo scudetto... oggi la lascio a te». È un profluvio di ricordi, emozioni, omaggi. Tantissime persone si soffermano per un istante, restano silenziosi ad osservare le sciarpe, le parole, i colori. C’è il grande striscione bianco con scritto «Ciao capitano», lasciato dalla Curva Fiesole. Qualcuno prega, altri hanno gli occhi lucidi. Al bar Marisa l’atmosfera non è quella di sempre. È pieno di gente, ma non si parla di calcio, c’è poca voglia di scherzare. Caffè, gelati, bibite. Hanno però un sapore amaro, così come le parole che fuoriescon­o dalle tante radioline accese. Sono sintonizza­te sulle radio sportive, ma quella di oggi non è la solita radiocrona­ca.

Dall’altra parte del Franchi, sotto la maratona, arriva il pullman dei giocatori. Sono appena atterrati all’aeroporto di Firenze, dove sono stati accolti da una trentina di tifosi. All’ingresso dei campini i tifosi sono invece oltre trecento. Quando il pullman lascia viale Paoli per entrare nel piazzale della maratona, parte un lungo applauso che lo accompagna fino all’interno dei campini.

Alcuni tifosi della Fiesole chiedono ai presenti di allontanar­si per non «disturbare» i giocatori. Nasce qualche diverbio, ma la voglia di stringersi attorno alla squadra è troppo forte. I giocatori scendono silenziosi dal pullman, il passo lento e lo sguardo rivolto a terra. Portano le sacche sulle spalle, oggi più pesanti del solito. Poi tornano a casa, escono con le loro auto, nessuno ha voglia di parlare. Ricambiano il saluto dei tifosi, con le sciarpe al collo come fosse una partita.

Una commozione che dura fino a tarda sera, in questa lunga procession­e sotto la tribuna. Si moltiplica­no gli oggetti, si moltiplica­no le sciarpe. C’è una bandiera del Cagliari, dove ha militato Astori. Si abbattono le rivalità, in questa triste giornata. I tifosi d’Italia si scoprono uniti. Viale Manfredo Fanti diventa un percorso funebre di ricordi. Resta tutto appeso sotto la tribuna, insieme a queste parole che non smettono di commuovere i passanti: «Ciao capitano, tua figlia crescerà coi ricordi dei tuoi tifosi che ti hanno amato così tanto». Frasi scritte di getto, ma col cuore, dai tifosi increduli: «Ciao Davide, ora nelle stelle giocherai sempre a calcio».

Con questa sciarpa ho seguito la Viola ovunque, in campionato e in Europa Non sono più un ragazzo ma la stavo conservand­o nella speranza di ritirarla fuori per lo scudetto Oggi la lascio a te

 Ciao Davide, tua figlia crescerà coi ricordi dei tuoi tifosi che ti hanno amato così tanto È grazie a persone come te che il calcio è il gioco più bello del mondo

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«Ciao capitano», il grande striscione sotto la Fiesole e l’abbraccio fra i tifosi che hanno atteso prima a Peretola e poi al Franchi l’arrivo della squadra
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