UN IMPEGNO, UN PATTO, UNA SPERANZA
Parole bellissime sono arrivate dal mondo del calcio, un mondo di solito avaro di umanità diffusa, ma che stavolta ha preferito lasciare i suoi stadi nel vuoto silenzioso con il quale ha voluto onorare Davide Astori, il capitano tranquillo e serio di una squadra che per una volta sembra avere solo amicizia e comprensione attorno a sé: la Fiorentina. La Fiorentina, di nuovo immersa in uno di quei momenti dolorosi che tanto spesso si sono rincorsi nella sua storia, quei momenti amari che assieme ad un’inevitabile e profondissima tristezza hanno sempre generato, attorno alla squadra, un senso di unità e di fratellanza, entrambe recuperate a caro prezzo, da parte del suo popolo che ieri ha improvvisamente perduto un giocatore esemplare e che ancora una volta, con il pensiero, si è incamminato sui tristi percorsi della memoria dove affiorano i nomi e i volti di coloro che sono stati inseguiti e raggiunti dalla sorte più cattiva. Uno per tutti: Stefano Borgonovo. Ma anche i tanti altri, scomparsi troppo presto, come fossero stati i componenti di una generazione fin troppo perduta tra il dolore e il sospetto. Qui non vogliamo fare un elenco di lutti o di disavventure che aggiungerebbero altra tristezza, come se non bastasse quella dovuta alla scomparsa di Astori, vorremmo semmai esprimere la speranza che nel nome del capitano perduto potesse muoversi di nuovo, com’è successo qualche volta in passato, un desiderio di compattezza e di rilancio che coinvolgesse tutti, a cominciare dai Della Valle. E che recuperasse attorno alla Fiorentina i sentimenti migliori. Ci sono stati periodi con molta ombra nella storia viola. Basti pensare alle retrocessioni, al clamoroso fallimento, alla seguitissima e vittoriosa piccolezza della C2, alla pesante penalizzazione in seguito alla scandalosa calciopoli in cui la società fu fin troppo trascinata, ma è evidente come tutto questo sia un nulla insignificante in confronto alla scomparsa di un giovane di 31 anni, capitano molto dignitoso e silenzioso della squadra. Astori andrà ricordato in molti modi e la società saprà come farlo, eppure sarebbe bello non cancellare la speranza di dedicargli il futuro di una rinascente Fiorentina, come se lui lo avesse in qualche modo ispirato. Sarà possibile ricavare un rinnovato slancio, un ritrovato impegno dopo il dolore, se non addirittura dovuto a quel dolore? Più che ricordare le sventure e i lutti — tutti comunque indimenticabili e tutti custoditi nel cuore dei tifosi — a noi sembra che in queste ore infelici la maniera migliore per commemorare Astori e per meglio comprendere chi fosse, sia quella di sottolineare come alcuni suoi compagni di nazionale, a cominciare da un accorato e tempestivo Buffon, abbiano accolto e accompagnato la notizia della sua scomparsa. La lettera di Tomovic, Carlos Sanchez che si è accasciato in campo durante la partita dell’Espanyol, il lieve malore di Diego Lopez allenatore del Cagliari, la commozione di Conte e tante altre manifestazioni di partecipazione addolorata, ci hanno fatto capire quanto fosse stimato il capitano della squadra viola. Ci conforta, se oggi è possibile usare questa espressione, la speranza — qui rinnovata — che nel nome di Astori, nel simbolo del capitano perduto, possa aprirsi uno spiraglio, forse una breccia, per una Fiorentina dai molti sentimenti percorsa e vogliosa di onorare al meglio il suo capitano attraverso la strada maestra dei risultati ottenuti sul campo. Un impegno, un patto, una speranza.