Corriere Fiorentino

Per sempre viola

Astori è morto nel sonno nell’hotel del ritiro a Udine Trovato dal massaggiat­ore, lo sgomento della squadra

- Bardazzi, Bonciani, Mollica, Passanese, Picchi, Storni, Zoccolini

«Ma Davide dov’è?». Sono da poco passate le 9.30, l’ora in cui Stefano Pioli vuole che tutti i suoi giocatori siano a tavola per la colazione. Astori, il capitano, però non c’è. L’allenatore non si capacita, strano che non sia lì. Si domanda cosa può essere successo, perché di solito Davide è il primo a scendere dalla camera. Un massaggiat­ore viola allora sale le scale dell’albergo, bussa una volta, poi due. Ma non riceve risposta: infine apre la porta. E trova Davide lì, riverso sul suo letto. Inutile tentare di rianimarlo, perché Astori, 31 anni appena compiuti, bergamasco, difensore elegante e ragazzo d’oro, ormai è morto.

È l’inizio di una giornata tragica, di quelle che lasciano senza fiato e senza parole. I compagni di squadra apprendono increduli la notizia, c’è chi piange, chi non si dà pace, chi sbatte le cose a terra e inizia a urlare. Il massaggiat­ore, l’uomo che ha trovato Astori morto, invece è sotto choc (la società ha tenuto nascosto il suo nome per tutelarlo), mentre la Fiorentina, in attesa di avvertire la famiglia, tenta in qualche modo di tenere riservata la notizia, di evitare che sui social parta l’inevitabil­e tam tam.

Già prima delle 11.30 però la notizia della morte di Davide Astori comincia a rimbalzare su qualche sito Internet e infatti, alle 11.49, arriva la conferma viola: «La Fiorentina — si legge nella nota — profondame­nte sconvolta si trova costretta a comunicare che è scomparso il suo capitano Davide Astori, colto da malore. Per la terribile e delicata situazione, e soprattutt­o per rispetto della sua famiglia si fa appello alla sensibilit­à degli addetti ai lavori».

Poco dopo il cordoglio della Fiorentina, la Lega annuncia il rinvio della partita. Giovanni Malagò, il presidente del Coni sport, nonché commissari­o straordina­rio della Lega Calcio, si era immediatam­ente attivato per stoppare tutto, per fare in modo che il calcio, almeno per una domenica, si fermasse e ricordasse il capitano viola. I giocatori di tutte le squadre di serie A, poi, a partire da quelli del Cagliari, il club dove Astori ha giocato per sei anni, avevano già chiamato l’Associazio­ne italiana calciatori presieduta da Damiano Tommasi: «Noi non giochiamo», il senso del messaggio. Troppo dolore, troppo sgomento per questa perdita improvvisa.

Davide era un ragazzo acqua e sapone, un capitano che sapeva alzare la voce al momento giusto (Sousa se lo ricorderà tuonare contro i suoi compagni dopo la figuraccia di Empoli), ma che ha sempre teso la mano a tutti. Era il primo a mettere a suo agio i nuovi arrivi, il primo a farsi sentire con il patron Della Valle e gli allenatori quando le cose non andavano. Sapeva far gruppo, mettere a proprio agio chiunque, sognava di far parte anche del nuovo corso della Nazionale e di riportare

la Fiorentina, con la fascia di capitano al braccio, in alto in classifica. Eppoi aveva scelto Firenze. Si era innamorato del centro storico e della tranquilli­tà della città, per crescere la piccola Vittoria e amare la sua Francesca. Oggi avrebbe dovuto firmare il rinnovo di contratto (sarebbe rimasto viola fino a 35 anni), perché quando un legame è così forte, quando senti di aver scelto il posto giusto per la tua famiglia, i soldi o la classifica contano pochissimo.

Il destino ha voluto altro, ma il ricordo di Davide resterà impresso nelle menti di tutti anche grazie alle parole dei campioni del calcio di tutto il mondo, da Buffon a Sergio Ramos, da Borja a Casillas, che hanno voluto ricordarlo anche solo con un semplice tweet su internet. Intanto, già prima di pranzo, il parcheggio dell’albergo Là di Moret a Tagnavacco, alle porte di Udine, è pieno di gente.

Ci sono telecamere, giornalist­i, semplici tifosi. Qualcuno ha anche la sciarpa viola al collo «perché dopo aver saputo la notizia — spiegano — non potevamo fare a meno di passare di qui». All’interno invece gli investigat­ori avevano interrogat­o il medico sociale viola Luca Pengue e Marco Sportiello, l’ultimo ad aver visto Davide in vita. I due, amicissimi, avevano giocato alla playstatio­n fino alle 23.30, poi il portiere aveva mandato un sms al capitano: «Ti sei dimenticat­o le scarpe», «Le riprendo domattina», la risposta di Davide che intanto, da solo, si preparava per riposare. Il capitano infatti dormiva sempre in una stanza singola, soprattutt­o prima delle partite: meglio andare a letto presto e concentrar­si, pensava.

Intorno all’ora di pranzo il furgone con la salma lascia l’albergo sede del ritiro viola per andare verso l’obitorio, i compagni restano semi-nascosti per non farsi riprendere dalle telecamere ma sono tutti lì, a guardarlo andar via. Thereau parla al telefono, Vitor Hugo ha le mani in tasca, Pioli scuote la testa, disperato. Sono le immagini di una squadra sotto choc, di un gruppo di ragazzi sconvolti per la morte del loro simbolo, il loro amico, il loro punto di riferiment­o: «Lealtà unica dentro e fuori del campo — riesce a twittare Thereau in serata — mi hai messo a mio agio subito al mio arrivo in viola. Il paradiso ti aspetta Capitano. Condoglian­ze alla tua famiglia e alla piccola principess­a. Ci mancherai tanto amico mio».

«Non so dare una spiegazion­e — aggiunge Benassi sempre via social — non so dare un perché a tutto questo… Ho solo una certezza, resterai sempre nel cuore di tutte le persone che hai conosciuto e questo perché per la persona che sei stato non potrà che essere così! Grazie per tutto, sarai sempre il nostro capitano». La security all’hotel ha un bel daffare per tener lontana la folla sempre più numerosa, l’ufficio stampa viola invece prova a dare le prime informazio­ni: «Corvino ha visto la compagna di Davide, Salica l’ha sentita al telefono». Il pullman viola poi lascia l’albergo intorno alle 14, ad aspettarlo c’è un charter che porta dritti a Peretola. I Della Valle, sconvolti anche loro, si organizzan­o: uno, Andrea, viaggia verso Firenze, l’altro, Diego, va a Udine per abbracciar­e la famiglia di Davide, distrutta dal dolore.

Il pomeriggio allora è tutto nella prima visita al corpo esanime del capitano: la procura parla di «cause naturali» e «arresto cardiocirc­olatorio», ma solo oggi se ne saprà qualcosa di più. All’ospedale Santa Maria della Misericord­ia infatti tutto è pronto per l’autopsia, ma prima il procurator­e capo di Udine Antonio De Nicolo dovrà dare l’assenso. Di sicuro Astori era un atleta sano. Proprio mercoledì, come tutti i suoi compagni, si era sottoposto a elettrocar­diogramma e ai classici esami di routine, senza che emergesse nulla di anomalo.

Quando ormai sono le 15.30, all’obitorio di Udine arrivano da Bergamo anche babbo Renato e signora, insieme ai fratelli di Astori Bruno e Marco, accompagna­ti da Giancarlo Antognoni, il segretario viola Bonelli e il medico sociale Pengue. Poco prima delle 18 si vede Diego Della Valle, a bordo di un Van dai vetri oscurati. Nessuno però ha voglia di dir nulla, nessuno ha voglia neppure di farsi vedere. Alle 19 infine, ecco Francesca Fioretti, volto noto della tv e compagna del giocatore. Si tiene la mano sulla faccia, la sua auto sfreccia veloce, ma è impossibil­e nascondere il dolore, le lacrime. La morte improvvisa del padre della sua bimba (Vittoria ha appena 2 anni), è una tragedia difficile da gestire. La famiglia Astori resterà a Udine anche oggi — in rappresent­anza della Fiorentina, ci saranno Bonelli e Pengue — per conoscere l’esito dell’autopsia e capire, fino in fondo, come sia stata possibile morire così, a trentuno anni.

Niente però sarà più come prima. Né per loro, né per i compagni di squadra, né per chi conosceva Davide anche solamente per averlo visto in campo. La Fiorentina ha perso il suo capitano, Firenze è in lutto. Dimenticar­e questa giornata sarà impossibil­e.

La serie A

Malagò, d’accordo con le squadre, ha deciso di rimandare tutte le partite della giornata

La famiglia

Nel pomeriggio l’arrivo dei genitori e della compagna da Bergamo e Firenze

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Un cuore viola disegnato da un bambino all’esterno dell’albergo di Udine dove era ospitata la Fiorentina
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Dall’alto l’albergo che ospitava i viola in ritiro, l’albergo dove era in ritiro la squadra viola e l’arrivo ad Udine di Diego Della Valle
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Sopra il pullman della Fiorentina che lascia l’albergo di Udine dove a squadra era in ritiro

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