Onore al capitano
Il tributo del Franchi, il ritorno alla vittoria I Della Valle in lacrime: «Grazie Firenze»
Il fondo e la rinascita. Il momento più difficile: entrare allo stadio senza di lui. E quello del conforto, a singhiozzare abbracciati in mezzo al campo, dopo essersi lasciati cadere, stremati da una giornata entrata nella storia della Fiorentina.
«Trovate la forza» aveva chiesto Diego Della Valle ai giocatori. Lui che prima della partitasi è commosso, solitario, davanti alle sciarpe, ai messaggi, ai fiori che nell’ultima settimana hanno rivestito le cancellate del Franchi, e che insieme al fratello Andrea ha trovato la forza di rimettersi al timone di questa nave viola sperduta in mezzo alla tempesta. È stata una domenica speciale quella del Franchi alla ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi per ripartire insieme, sapendo che prima o poi anche le lacrime sono destinati ad asciugarsi. Lo sanno anche Marco e Renato, fratello e padre di Astori, presenti in tribuna nonostante tutto, a raccogliere l’emozione collettiva di un Franchi che ha saputo farli sentire un po’ meno soli.
«Ci sono uomini che non muoiono mai. Ci sono storie che vengono tramandate in eterno. Buon viaggio capitano». Lo striscione sotto la curva Fiesole guarda al futuro. È una promessa. A non dimenticare le emozioni che sono riuscite a unire di nuovo. «A volte i forzuti si accasciano...» dagli altoparlanti sale la musica di Jovanotti mentre sul monitor scorrono foto e immagini di Davide. «Nella terra degli uomini dove l’amicizia si genera», le parole della canzone sembrano scritte per questa giornata, mentre anche la pioggia regala una tregua per l’ultimo omaggio al capitano. Ma anche quando torna a diluviare nessuno lascia il proprio posto. In 35 mila sono accorsi al Franchi per stare accanto a questa Fiorentina.
«Non avrei voluto giocare — ha ammesso Pioli dopo la partita — ma era giusto farlo davanti alla nostra gente e mai come oggi abbiamo visto un ambiente così compatto e coeso. Sono stati i giocatori però a voler scendere in campo: stanno vivendo una situazione più grande di loro». Piangono i tifosi sugli spalti. E tanti piccoli fazzolettini bianchi macchiano il grande cerchio viola, tra sciarpe tenute in alto e bandiere a mezz’asta.
Piange Giancarlo Antognoni e i dirigenti in tribuna, mentre la curva srotola l’ennesimo striscione: «Le lacrime di un’intera città, legame fino all’eternità». Poi, d’improvvi-