Corriere Fiorentino

Una cantina in una cava e una residenza a Bolgheri, altre camere con spa a Dievole La scommessa di Bulgheroni sulla Toscana raggiunge quota 150 milioni di euro

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Hanno investito 99 milioni di euro per l’acquisto di 330 ettari di vigne in Toscana diventando il quinto produttore della regione e ora hanno stanziato altri 25 milioni di euro in 4 anni per cantina e ospitalità. Sale a quasi 150 milioni l’investimen­to del magnate argentino Alejandro Bulgheroni tra Chianti, Montalcino e Bolgheri. La Abfv — Alejandro Bulgheroni Family Vineyards — ha avviato una serie di progetti in alcuni dei terroir più vocati al mondo, dal Sudamerica alla Francia, fino alla Toscana. Il progetto italiano inizia nel Chianti Classico con l’acquisto della storica cantina di Dievole nel novembre 2012 — come raccontato nei giorni scorsi da Luciano Ferraro sul Corriere della Sera — , «l’acquisizio- milioni di euro Bolgheri ne più importante» ha spiegato il nuovo managing director Stefano Capurso. Appena un mese più tardi l’acquisto di Poggio Landi da Stefano Cinelli Colombini a Montalcino e l’anno dopo quello di Podere Brizio sempre a Montalcino ma sul versante opposto nella zona di Tavernelle e Santa Restituta. Nel 2015 il gruppo arriva a Bolgheri acquisendo Tenuta Le Colonne e Tenuta Meraviglia al confine con Donoratico, accanto alla Tenuta Argentiera. Due anni fa ancora un «ritocco» delle proprietà ilcinesi con l’acquisizio­ne dell’ex Tenuta Vitanza. Un investimen­to di 99 milioni di euro che ha portato l’Abfv agli attuali 330 ettari di vigne, facendolo diventare in cinque anni il quinto produttore vitivinico­lo della regione. Sette milioni sono stati investiti nel reimpianto dei vigneti, altri 11 per ristruttur­are gli agriturism­i: uno a Dievole e l’altro a Podere Brizio a Montalcino. Con gli ultimi 25 milioni stanziati per i prossimi quattro anni, l’investimen­to in Toscana di Bulgheroni sfiora i 150 milioni. Il gruppo ha in progetto la costruzion­e di una nuova cantina a Bolgheri. All’interno delle due tenute è stata ritrovata una vecchia cava di marmo. Si tratta di una delle 129 cave dismesse della provincia di Livorno, delle quali 9 solo nel Comune di Castagneto Carducci. Il progetto ora è stato quantifica­to in 15 milioni di euro. Gli altri dieci saranno divisi tra la costruzion­e di un B&B sempre a Bolgheri, e il resto in un ampliament­o delle camere e della Spa a Dievole. «Oggi come non mai, il Gruppo Abfv rappresent­a una realtà molto importante nel panorama enologico italiano» — ha commentato Stefano Capurso General Manager del gruppo che viene dal Giv e da dieci anni alla Barone Ricasoli. «Ciò significa avere importanti responsabi­lità che ci sentiamo pronti ad affrontare, convinti che il nostro progetto abbia tutti i requisiti per rispondere alle aspettativ­e dei mercati e rappresent­are al meglio la nostra regione. L’attenzione al lavoro in vigna e cantina è assoluta, ed è la base essenziale per il raggiungim­ento dei risultati che ci siamo prefissi in tutte le nostre tenute».

Il gruppo Alejandro Bulgheroni Family Vineyards prevede un fatturato 20172018 di 4,8 milioni di euro, quasi raddoppiat­o a 8,5 milioni nel 2020. Con un portafogli­o già di 27 etichette, alcune delle quali raggruppat­e sotto il marchio Dievole. «La strategia è quella di offrire ai nostri agenti una sorta di mini distribuzi­one anziché soltanto un prodotto» ha spiegato Capurso riproponen­do un modello già risultato vincente in passato. Ciò riguarda i marchi Dievole, Podere Brizio e Le Colonne. Per quanto riguarda invece Poggio Landi, austero ed elegante Brunello di Montalcino del versante nord, e la Tenuta Meraviglia a Bolgheri questi due brand resteranno indipenden­ti. Tra le novità più significat­ive del gruppo anche qualche scelta produttiva e stilistica, segno che l’arrivo di Bulgaroni in Toscana vuole lasciare il segno al di là dei numeri.

Il gruppo ha scelto per tutte le aziende una gestione biologica che se in tutte le denominazi­oni si era già vista, a Bolgheri ha solo un paio di predecesso­ri. «La conduzione in biologico a Bolgheri è meno facile di quanto si pensi — ha continuato Capurso — perché l’umidità mattutina dei vigneti in pianura fa pressione sulle viti». Novità assoluta invece per Bolgheri è l’uso della botte grande, al posto della barrique anche sulle classiche varietà internazio­nali della zona a cominciare dal Cabernet Franc. Che al primo assaggio hanno dimostrato di essere molto più che una semplice novità.

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La conquista delle cantine toscane da parte di Bulgheroni raccontata da Luciano Ferraro sul «Corriere» venerdì 2 marzo

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