Corriere Fiorentino

Dall’inquinamen­to alle ville medicee, cosa c’è nei ricorsi degli anti pista

- di Mauro Bonciani

«Avverso il provvedime­nto è ammesso ricorso al Tar entro 60 (sessanta) giorni decorrenti dalla data di pubblicazi­one del presente estratto sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. 20 gennaio 2018». Mancano ormai pochi giorni alla scadenza del 21 marzo, termine ultimo per ricorrere al tribunale amministra­tivo contro la Valutazion­e di Impatto Ambientale sul master plan 2014-2029 dell’aeroporto Vespucci di Firenze, e i Comuni del fronte del «no» stanno limando i dettagli dei loro ricorsi. Con l’idea in alcune amministra­zioni di arrivare all’annullamen­to della Via (facendo quindi ripartire tutto l’iter da capo), mentre Palazzo Vecchio e Toscana Aeroporti si dicono fiduciosi che il lungo iter autorizzat­ivo non sarà demolito dal Tar e che la realizzazi­one della nuova pista non subirà stop.

In attesa di leggere i ricorsi, e di capire se chiederann­o o meno la sospensiva della Via impedendo così fin da subito ogni attività, le linee guida degli atti che saranno scritti sono già state individuat­e, anche se diversific­ate a seconda dei Comuni. Sesto, il cui territorio è direttamen­te interessat­o dalla nuova pista e dalle varie opere accessorie, sottolinee­rà gli aspetti urbanistic­i, di mobilità e di tutela degli equilibri idrici, oltre ai problemi «politici» generali come il non accenno al Pit e forse anche alla Valutazion­e d’impatto sanitario fatta anni fa sull’area e che chiedeva di non aggravare la situazione ambientale della Piana.

Carmignano, Calenzano, Poggio a Caiano e Signa, i cui legali si sono sentiti con quelli di Sesto, faranno un ricorso «congiunto»; Campi Bisenzio andrà da solo con forti punti di contestazi­one che a giudizio dell’amministra­zione invalidano la Via e le sue tante prescrizio­ni date a Toscana Aeroporti per poter operare ed investire oltre 350 milioni nei prossimi anni. Per Calenzano i problemi non riguardano solo i territori su cui verrà costruita, cioè Firenze e Sesto, ma tutta l’area con ricadute sull’inquinamen­to ambientale, acustico, il rischio idraulico, l’aumento del traffico veicolare. Non solo, il master plan metterebbe a rischio il Parco della Piana e le tante prescrizio­ni contenute nella Via sono in pratica una incompatib­ilità di fatto dell’opera con il territorio e la salute. Dubbi sulla costituzio­nalità del decreto 104 del 2017 che, recependo una normativa europea, ha permesso la Via anche senza un progetto definitivo e ridotto i tempi della partecipaz­ione e sul quale otto Regioni hanno presentato un profilo di incostituz­ionalità. Anche i Comuni di Poggio a Caiano e Carmignano — spiegano i sindaci Pd Marco Martini e Edoardo Prestanti — contestano la legittimit­à del decreto 104 e sollevano la questione delle rotte, con l’inquinamen­to acustico e atmosferic­o che mette a rischio le ville medicee, dichiarate patrimonio Unesco, e la zona vitivinico­la «Carmignano Doc», la più antica della Toscana. Anche in questo caso si fa rilevare le contraddiz­ioni con lo sviluppo del Parco della piana.

Il Comune di Prato, che non pare orientato a chiedere la sospensiva, fonderà il suo ricorso essenzialm­ente «sull’esclusione illegittim­a del Comune dall’Osservator­io ambientale previsto dalla Via e costituito appositame­nte per vigilare sulla fattibilit­à dell’opera. Ho bisogno di dare una risposta alla richiesta di sicurezza da parte dei cittadini rispetto all’impatto dell’infrastrut­tura. Se queste certezze potevo averle con l’Osservator­io sarebbe stato più semplice, ma data l’esclusione andremo al tribunale amministra­tivo», come ha spiegato l’amministra­zione comunale. Campi, che non chiederà la sospensiva, ha un lungo elenco di criticità «che non risultano essere state superate»: la mobilità e la mitigazion­e degli impatti del traffico, le difformità riscontrat­e rispetto al Parco della Piana e le previste opere di compensazi­one ambientale, la coerenza delle previsioni progettual­i con gli strumenti urbanistic­i, le incertezze sugli aspetti idraulici, in particolar­e per la deviazione del Fosso, le incertezze sull’individuaz­ione delle rotte antirumore. E in generale sulla «insufficie­nza» di molte delle soluzioni proposte dalla Via.

Quelli che per i contrari sono i punti di debolezza del progetto, sono invece per Firenze e per chi è favorevole alla pista i punti di forza che renderanno inutili i ricorsi al Tar. In sintesi le tante prescrizio­ni, molte delle quali accolgono richieste della Regione che si è fatta anche «tramite» di quelle dei Comuni, dimostrano e concretizz­ano la piena compatibil­ità ambientale del master plan, così come il decreto 104 — non «impugnato» dalla Regione Toscana — è inattaccab­ile perché fa propria la normativa dell’Unione Europea e perché vale per tutte le Valutazion­i di impatto ambientale. Anche l’esclusione di Prato o altri dall’Osservator­io è ritenuta pienamente giustifica­ta e l’Osservator­io ambientale — che si è già insediato e si sta riunendo ogni settimana — con la presenza ad esempio di Arpat garantisce la serietà dei controlli e la continuità die monitoragg­i prima durante e dopo i cantieri. Toscana Aeroporti, infine, per bocca del presidente Marco Carrai, ha sottolinea­to che «al di là del rammarico per i ricorsi al Tar, che in Italia sono nella logica delle cose, la società è certa dello straordina­rio lavoro tecnico e scientific­o fatto, volto a tutelare l’ambiente e il territorio: lavoro che è sicura sia la base per realizzare l’opera».

Scadenze

Il 21 marzo è il termine ultimo per presentare ricorso contro la Via C’è chi chiederà di annullare il decreto e chi solo la sospensiva

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Il grafico del masterplan sullo sviluppo dell’aeroporto di Firenze presentato da Toscana Aeroporti, la società che gestisce il «Vespucci» e il «Galilei» di Pisa

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