Biffoni: Dario su questo sbaglia, però la sconfitta è anche mia
L’INTERVISTA IL SINDACO DI PRATO
«Con Dario Nardella mantengo un rapporto straordinario, ma su questo punto abbiamo posizioni diametralmente opposte». Non si muove di un millimetro Matteo Biffoni, che veste i panni del generale nella battaglia della Piana contro l’ampliamento della pista di Peretola. Il sindaco di Prato puntualizza le motivazioni della sua scelta di ricorrere al Tar contro la Valutazione di impatto ambientale che ha dato l’ok alla nuova pista e dice: «Il renzismo non è morto il 4 marzo».
Partiamo dal principio. La sua decisione di far ricorso al Tar ha messo molto scompiglio nel panorama politico toscano. Se l’aspettava?
«Nessuno di noi si è messo contro l’aeroporto per l’aria che tira. Per questo trovo che molte delle proteste di queste ore siano strumentali e sgangherate».
Si riferisce agli allarmi lanciati da Confindustria, Camera di Commercio, Cna e Confartigianato di Firenze?
«Capisco la posizione degli industriali. Ma gli artigiani fiorentini no. E li sfido rilanciando: che sentano i loro colleghi pratesi, chiedano loro se hanno bisogno di avere più risposte sui rifiuti che sui voli da Firenze. Noi abbiamo rispetto di ciascuna voce, ma chiediamo altrettanto agli altri».
Non crede di incarnare così una posizione contraria allo sviluppo del territorio?
«Figuriamoci. Io non sono mai stato e non sono per il “no” alle infrastrutture. Lo dimostrano le scelte del passato e la politica che sto portando avanti nel mio Comune. Semplicemente, se il governatore Enrico Rossi — riferendosi ad aeroporto e inceneritore — dice “l’uno o l’altro”, io dico l’altro».
Il Pd perde le elezioni il 4 marzo. Pochi giorni dopo arriva l’annuncio del vostro ricorso al Tar. Come mai ha scelto questa tempistica per la mossa anti pista?
«È solo un caso. Il ricorso nasce dall’esclusione di Prato dall’Osservatorio. Il mio mandato ai legali del Comune, in realtà, è di 15 giorni fa: la decisione infatti è stata presa all’indomani dell’incontro con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ci anticipava la sua impossibilità di inserire il Comune in questo percorso. Io ho avvisato tutti di quello che avremmo fatto di conseguenza, compreso il ministro in persona. Per me, voglio chiarirlo, si tratta di una sconfitta politica. Devo rispondere al pezzo di città inquieto: non mi posso accontentare di Salvadori (presidente di Confindustria Firenze, ndr) che dice che è tutto apposto».
Parla di “sconfitta politica”. Chi ha sconfitto chi?
«Assieme a tutti i Comuni avevamo concordato un percorso di controllo all’interno delle Istituzioni. In questo percorso c’era anche Firenze con Dario Nardella, con cui io mantengo un rapporto straordinario. Lo ringrazio per la capacità di ascolto, pur avendo una posizione opposta alla mia. Non voglio dar colpe a nessuno, il ministero ha fatto la sua scelta, noi la nostra».
Crede sia stato il ricorso al Tar a causare i mal di pancia nel Pd toscano rispetto alla sua possibile nomina a traghettatore del partito fino al prossimo autunno?
«Non saprei. Avrei fatto le stesse scelte anche in altri momenti, posso dire solo che per me devono arrivare prima le preoccupazioni e gli interessi dei miei cittadini: una posizione che partendo da un alto punto di vista esprime oggi anche il mio avversario Giorgio Silli».
Chi le aveva proposto il ruolo di coordinatore dei traghettatori Pd in questa fase?
«Nessuno me l’ha chiesto formalmente. Il segretario regionale Dario Parrini mi ha chiesto la disponibilità a star dentro questo percorso di sostegno al Pd toscano sino al congresso, aprendo una discussione su chi potesse essere la persona adatta a guidare la transizione nel direttivo. Se il partito mi chiede una mano io sono a disposizione, ma non posso occupare un ruolo di questo genere perché devo fare il sindaco. Mi sono limitato a spiegare questo: il resto è un dibattito che si è svolto sulla stampa».
Io come sindaco devo rispondere al pezzo di città che è inquieto: non posso accontentarmi del presidente di Confindustria Firenze Salvadori che dice: «Va tutto bene»
Non sono mai stato e non sono per il no alle infrastrutture e quello che ho fatto da sindaco lo dimostra Ma se Rossi dice “o Peretola o l’inceneritore” io dico: facciamo l’impianto per i rifiuti
Tra un anno si vota a Prato: si ricandida o no?
«Non mi tiro indietro ma le cose si fanno a tempo debito. Assieme ai nostri alleati decideremo se la mia è ancora la figura giusta o ci sono profili migliori. Io ci sono».
Cosa ne sarà del renzismo dopo la batosta del 4 marzo?
«Non muore. L’idea di migliorare il Paese sburocratizzandolo, puntando sullo sviluppo economico e culturale, partendo dal tanto di buono che è stato fatto, capendo gli errori che sono stati commessi, è ancora viva».
Chi può raccogliere il testimone di Matteo Renzi?
«Lo raccoglie Matteo: c’è ancora».
Dopo la scossa elettorale ci sono riflessioni ed evidenti tensioni nel Pd. Sente di avere dei nemici? Chi sono?
«Nemici nel partito non ne ho. Se qualcuno dovesse aver posizioni diverse ci confronteremo. Gli avversari sono fuori dal partito».