Quella notte del maxi blitz tra le sirene e gli elicotteri
Volano ALTOPASCIO (LUCCA) gli elicotteri e le sirene accese dei carabinieri risuonano da lontano: è un vero e proprio maxi blitz quello messo in campo dalle forze dell’ordine. È il novembre del 2011, l’anno orribile per la Nuova Lam di Altopascio. Sì, perché al dramma del sequestro si aggiunge la «spettacolarità» dell’operazione, squadernata davanti agli occhi di tutti i cittadini di Marginone, che è solo una piccola frazione della cittadina del tau.
Il sequestro fa talmente scalpore che, immediatamente, le aziende che fino a quel momento hanno lavorato con la Nuova Lam decidono di rivolgersi verso altri lidi. Tutto accade in pochi giorni: una spada di Damocle per i fratelli Stefano e Stefania Pucci, proprietari dell’azienda. Da quel maxi blitz hanno dovuto aspettare ben sette anni prima di arrivare alla sentenza. L’ennesima, lunga, agonia. E quando finalmente la sentenza è arrivata è valsa ai due fratelli la piena assoluzione. Un sospiro di sollievo, forse una luce in fondo a quel tunnel lungo sette anni. Luce che, in un certo senso, inizia a tornare anche sotto altre forme. Nonostante l’azienda abbia nel frattempo chiuso e licenziato, infatti, i vecchi proprietari iniziano a ricevere messaggi incoraggianti, proprio da quelle ditte che fino al 2011 erano state al loro fianco. Il prossimo passo, per l’azienda, sarà la richiesta dell’autorizzazione alla Provincia. Per ripartire, in qualche modo. «Dopo la sentenza di assoluzione e visto che ha vinto il ricorso al Capo di Stato contro la revoca dell’autorizzazione della provincia di Lucca per utilizzare nel ripristino ambientale della cava alcune tipologie di rifiuti — afferma Stefano Pucci — nei prossimi giorni la Nuova Lam presenterà di nuovo la richiesta di autorizzazione con la speranza di poter riprendere l’attività che a suo tempo era stata sospesa e poi fortemente ridimensionata».