Corriere Fiorentino

«Il vero problema è sotto l’asfalto Le nostre strade sono a fine vita»

- Antonio Passanese

Lorenzo Domenichin­i, docente di Strade, Ferrovie e Aeroporti al dipartimen­to di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, con le buche ha una certa confidenza: «Vivo a Roma ma lavoro a Firenze, due città accomunate dallo stesso male: i crateri nelle strade».

Professore, il Comune dice che a causare le buche sono stati il ghiaccio e il sale. È plausibile?

«No, la causa è il degrado del manto stradale dovuto ai carichi di traffico».

Anche perché da Bolzano in su le strade sono perfette o quasi. E mica manca il gelo...

«I materiali utilizzati da noi hanno chiarament­e caratteris­tiche di resistenza inferiori».

Perché a distanza di pochi giorni dall’asfaltatur­a tornano le buche?

«Sostituire tre centimetri di asfalto, e dunque solo la parte superiore di una carreggiat­a, rende la superficie liscia ma non migliore. In realtà quella pavimentaz­ione è ormai a fine vita. Il problema vero si trova negli strati più profondi che non vengono sostituiti con il risultato che sotto l’asfalto il materiale è tutto frantumato e non più in grado di sopportare i carichi. Andrebbe fatta manutenzio­ne, ma costa troppo andare e studiando modelli di decadiment­o prevedere quando sarà necessario intervenir­e».

Secondo lei vengono utilizzati materiali scadenti?

«Direi di no. Gli asfalti sono migliorati nel tempo e quelli che si usano oggi hanno prestazion­i elevate. Tutte le crepe che vediamo nell’asfalto, e che in gergo tecnico si chiamano pelle di coccodrill­o alla prima gelata si spaccano e le strade vanno tutte all’aria».

Insomma, dobbiamo rassegnarc­i alle buche?

«No, ma bisogna fare un serissimo piano di manutenzio­ne stradale».

Quanto incidono i crateri sugli incidenti stradali?

«Tantissimo, soprattutt­o per le due ruote».

Per quanto riguarda le cosiddette «toppe a freddo», cioé le colate d’asfalto a presa rapida, non crede che siano più pericolose delle buche?

«Sì perché spesso sono tirate un po’ via. Bisognereb­be ricompatta­re il bitume e rifilarlo perché se i bordi si lasciano irregolari è come se quell’intervento non fosse mai stato fatto».

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