Corriere Fiorentino

«Di sera cellulari in camera nostra A casa si fa così»

- Fatucchi

«Le regole per i cellulari? Si devono dare prima di averli in mano». Nerina Balboni, madre di 4 figli tra i 17 ed i 5 anni, mette le mani avanti: «Non ho ricette valide per tutti. Ma noi abbiamo fatto così».

Gestire il rapporto dei figli con i cellulari, senza creare traumi e conflitti, è possibile? «Domanda difficile. Io so che siamo partiti senza».

Cioè?

«Il cellulare lo abbiamo comprato alla fine della prima media: cioè dopo un anno in cui i nostri figli sono andati a scuola da soli, sono usciti per la pizza con gli amici da soli. Abbiamo provato a dargli un anno di autonomia senza genitori e senza cellulari. Se dovevano chiamare, gli consigliav­amo di fermarsi a un certo negozio, per esempio. Il fatto che hai il cellulare non significa che qualcuno è lì con te».

E quando il cellulare c’era? «Alla fine della prima media abbiamo dato un cellulare, in modo ottimista. Uno smartphone base, da 100 euro, che potesse andare su internet, con un contratto con un tot di dati internet limitato ma chiamate illimitate: perché fare telefonate è la cosa più importante di un cellulare. Poi gli abbiamo detto: questo è vostro, non lo controllia­mo, la password ce la scrivete su un foglio e la mettiamo via. C’è un patto, come per un diario segreto: sai che il figlio lascia il diario in un cassetto ma, a meno tu non abbia sentore che qualcosa non va, non lo leggi. Gli abbiamo consigliat­o di non iscriversi a Facebook spiegandog­li le motivazion­i, di usare Instagram con profili privati, gli abbiamo spiegato i rischi di condivider­e informazio­ni. Perché quando hai un cellulare attaccato alla rete, tutto quello che hai dentro qualcuno teoricamen­te lo può venire a a leggere. E se dovete dire qualcosa a qualcuno, chiamatelo, non mandate messaggi».

Un bel numero di regole... «Ce ne sono altre: il cellulare non si usa durante i pasti, nei momenti in cui siamo tutti insieme e la sera tutti i cellulari stanno, silenziati, in camera nostra».

Ci saranno da leggere tonnellate di messaggi la mattina...

«Milioni! Abbiamo tolto il cellulare alla grande, a 16 anni, perché aveva finito il

Responsabi­lità Prima abbiamo provato a dargli autonomia, poi abbiamo comprato il primo apparecchi­o

credito per due volte: se non sei abbastanza matura per gestire il benefit che ti diamo, te lo prendiamo. Il conflitto maggiore è stato col maschio: lui gioca tanto, anche in vacanza. E quando glielo toglievi, diventava più “scattoso”, più irascibile. Glielo abbiamo tolto per tre mesi. Alla fine ci ha ringraziat­o: ci ha detto di aver riscoperto cose che non si ricordava più».

Mai avuto, voi o loro, l’ansia di non essere connessi? «Mai, le regole le abbiamo date prima, aggiornand­ole via via: per esempio concedendo più tempo per i compiti o quando ripetono via Skype le lezioni con gli amici. Se c’è un motivo valido, si deroga alla regola».

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Genitore Nerina Balboni

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