Corriere Fiorentino

Voto trasversal­e: «Via il Cpa»

Il caso della br Balzerani: il Consiglio comunale chiede lo sgombero del centro sociale

- Gori

Il Comune si riprenda «l’immobile occupato dal Cpa». Di fatto è una richiesta di sgombero, quella votata ieri in Consiglio comunale. Favorevoli Forza Italia. Fdi, M5S e il Pd. Un ordine del giorno arrivato dopo il caso delle parole della br Barbara Balzerani proprio nel centro sociale di via di Villamagna.

Il sindaco faccia sgomberare il Centro popolare autogestit­o di Firenze Sud. A chiederlo è il Consiglio comunale di Firenze che ieri ha approvato a maggioranz­a una risoluzion­e in cui si chiede a Dario Nardella di «farsi promotore presso le autorità competenti della richiesta di riprendere possesso dell’immobile di via Villamagna oggi occupato dal Cpa». Il documento, presentato dal capogruppo di Forza Italia, Jacopo Cellai, è stato poi votato anche da Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle, La Firenze Viva e con l’appoggio decisivo del Partito Democratic­o.

A far partire l’iniziativa di Forza Italia è stata la decisione del Cpa di via Villamagna di ospitare per il quarantenn­ale della strage di via Fani l’ex brigatista rossa Barbara Balzerani, coinvolta nel rapimento di Aldo Moro e nell’omicidio di Lando Conti e mai pentita, né dissociata.

Durante l’iniziativa al centro sociale fiorentino, Balzerani aveva sostenuto che quello della vittima «è diventato un mestiere». Una frase che ha provocato dure reazioni di condanna. «Gravi le parole usate in quella occasione dalla Balzerani, per le quali nessuna presa di distanza è stata fatta dai rappresent­anti del Cpa», recita la risoluzion­e che ricorda anche che «il Centro popolare autogestit­o di via Villamagna occupa abusivamen­te una struttura di proprietà comunale». Al momento dell’approvazio­ne Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno esultato: «Oggi a Firenze è stata scritta una importante pagina di difesa della legalità e dell’onore di tutte le vittime del terrorismo — hanno detto in una nota — Ringraziam­o i colleghi del Pd per la sensibilit­à dimostrata. Finalmente si potrà sanare una ferita che da anni affligge la nostra città».

Il voto non ha valore formale, perché malgrado la risoluzion­e impegni il sindaco a farsene portavoce, l’ultima parola su un eventuale sgombero spetta alla Prefettura. Ma il significat­o politico del voto è pesante: erano quasi vent’anni che il centrosini­stra non si esponeva formalment­e a favore dello sgombero; allora c’erano i Ds e il Cpa aveva sede in viale Giannotti.

Il Consiglio comunale votò per liberare la ex Longinotti e lasciare spazio al centro commercial­e Coop. Al voto di ieri in Consiglio non ha partecipat­o Mdp, a dire di no è stata soltanto Firenze a Sinistra: «Anch’io prendo le distanze dalle parole della Balzerani – dice Tommaso Grassi di Firenze a Sinistra – Ma le sue affermazio­ni oggi sono un pretesto per motivare la richiesta di sgombero. Ritengo assurdo che si chieda questo sgombero, quando non si dice una parola nei confronti di realtà, come CasaPound, che contrastan­o addirittur­a con la Costituzio­ne».

La seduta di ieri si era aperta con una comunicazi­one della presidente del Consiglio, Caterina Biti, per condannare le parole della Balzerani. Durante la lettura del testo, la consiglier­a di Firenze a Sinistra, Miriam Amato si era allontanat­a dall’aula, scatenando le critiche del Pd. Ma l’interessat­a ha poi fatto sapere di aver lasciato l’aula per ragioni personali e non politiche. Ieri mattina, invece, erano state l’Anpi fiorentina e toscana a contestare l’ex militante delle Br: «Di fronte a chi ha combattuto armi alla mano contro la democrazia, l’Anpi sa da che parte stare: dalla parte delle vittime e delle loro famiglie. Il disprezzo per le vittime è un chiaro riverbero della stessa ferocia del piombo».

Il testo della risoluzion­e Gravi le parole della Balzerani nell’incontro al centro sociale da cui non sono arrivate prese di distanza Invitiamo Nardella a richiedere alle autorità di tornare in possesso dell’immobile di proprietà comunale

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Il commento firmato da Enrico Nistri domenica scorsa sul «Corriere Fiorentino»

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