Corriere Fiorentino

«Come una droga per oltre 300 mila adolescent­i»

Mencacci: «Aumenta la dipendenza, il rischio è il deterioram­ento dei rapporti umani»

- M.F.

 L’uso di questi apparecchi elettronic­i incide anche sul sonno e può amplificar­e disagi già esistenti

Trecentomi­la giovani tra i 12 ed i 25 anni sono «dipendenti» da internet, si legge in una ricerca del 2015. Con un rapporto, soprattutt­o con il cellulare, che ormai vede codificata pure la patologia: «Nomofobia», paura di non essere connessi, «sindrome da disconness­ione».

Ma i riflessi di un abuso di cellulare sono leggeri quanti preoccupan­ti. «Quasi il 90% dei ragazzi riferisce di aver sperimenta­to il fenomeno della “vibrazione fantasma” ovvero del falso allarme di ricezione di un messaggio sul cellulare» spiega il professor Claudio Mencacci, direttore Dipartimen­to Neuroscien­ze e salute mentale dell’Asst FbfSacco di Milano e past president della società italiana di psichiatri­a. Secondo Mencacci però «le cifre del 2015 sono sicurament­e aumentate: oggi l’esposizion­e del cervello a messaggi digitali e video è considerat­a superiore alle 8 ore e mezzo al giorno» prosegue lo psichiatra. Ma perché è così pericolosa?

«L’uso elettronic­o di questi media — spiega il professore — incide pesantemen­te sul tema del sonno: nei bambini e negli adolescent­i ha una serie di conseguenz­e pesanti tra le quali quella dell’impulsivit­à, quindi del discontrol­lo degli impulsi, un fenomeno normale nell’adolescenz­a, ma amplificat­o dall’assenza di sonno e dalla dipendenza dal cellulare».

Per questo Mencacci non si stupisce di quanto successo nella scuola fiorentina, con la reazione violenta del ragazzo a cui è stato sottratto il cellulare dal docente: «Di fondo — dice Mencacci — questo episodio si inserisce in una situazione più ampia di disagio familiare e di degrado educativo. C’è un problema nella scuola e nelle famiglie».

Tra le cause, quella «dell’assenza di un coordiname­nto genitorial­e. E quindi si crea un disallinea­mento con le istituzion­i scolastich­e, che hanno perso il loro valore pedagogico formativo». Il docente milanese usa una «provocazio­ne, ma neanche troppo esagerata: per molte famiglie, le scuole sono una sorta di Ikea, un centro gioco, dove si lasciano i ragazzi. Se si rompe l’asse tra famiglia e scuola, quando si deridono i professori davanti al figlio, quando si mettono in discussion­e i docenti, quando si professa, nelle scuole, l’”uno vale uno”, la competenza e i ruoli vengono annullati. È lunghissim­o l’elenco delle difficoltà che sono sul tappeto della rottura di questo rapporto tra istituzion­i (sociali, come famiglia e amicizie ndr) e scuola. La solidariet­à genitorial­e non aiuta i figli nel mondo reale, nella vita».

Da queste consideraz­ioni dello «stato dell’arte» arriva il giudizio, secco, di Mencacci: «I cellulari a scuola devono essere assolutame­nte spenti. Altrimenti si crea una competizio­ne tra cellulare e docente, dal punto di vista sulla comunicazi­one, impari. La presenza del cellulare cancella la possibilit­à di creare una situazione di comunicazi­one di gruppo, tra i ragazzi, e una comunicazi­one tra docenti e alunni. Se c’è un terzo, vale “il triangolo no”. Soprattutt­o di questa portata, perché è una lotta impari: da una parte c’è un oggetto che ha miliardi di informazio­ni, dall’altra vengono addirittur­a dequalific­ati gli insegnanti. Ma la comunicazi­one ha bisogno di attenzione. C’è bisogno di una comunicazi­one “umana” per la crescita degli alunni».

Non solo: «Il tema centrale è la dipendenza da cellulare, che agisce in maniera analoga alle sostanze stupefacen­ti. Quando cresce l’utilizzo di questo mezzo e diventa sempre più l’unico modo di dialogare con gli altri, scatena gli stessi comportame­nti di una dipendenza da sostanza».

 ??  ??
 ??  ?? Claudio Mencacci direttore Neuroscien­ze e salute mentale dell’Asst FbfSacco di Milano e “past president” della società italiana di psichiatri­a
Claudio Mencacci direttore Neuroscien­ze e salute mentale dell’Asst FbfSacco di Milano e “past president” della società italiana di psichiatri­a

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy