Le loro lotte, le inchieste su di loro Una zona franca in via Villamagna
Nel 2001 l’ultima occupazione dopo quella dell’ex Longinotti
Per tanti giovani, è stato il luogo del primo concerto o della scoperta di autori come Stefano Benni e Wu Ming: ma nel ‘99, persino un coro gospel «sfrattato» da una parrocchia trovò ospitalità in quei locali. Per l’amministrazione comunale di Firenze, invece, il Cpa è sempre stato un guaio, tra sgomberi necessari per far posto alla Coop a Gavinana e denunce dei residenti per rumore e schiamazzi, in qualche caso anche risse. Per gli inquirenti, un luogo dove alcuni Br tentavano di fare proselitismo (ma senza trovare risposte). Il Cpa Firenze sud è l’unico, vero, centro sociale ancora vivo di quelli nati nella stagione degli anni ‘80 a Firenze. Antagonismo ed autorganizzazione, le parole chiave. Una realtà illegale, ha sempre detto la destra (ma anche diversi del centrosinistra). Un soggetto con cui, alla fine degli anni ‘90, Palazzo Vecchio provò anche a ragionare, per trovare una soluzione «legale» all’occupazione abusiva. Ma lo sgombero ci fu, nel 2001, seguito da una manifestazione di tutti i centri sociali d’Italia. Ed una nuova occupazione, poche settimane dopo, di una ex scuola, del Comune, ora in gestione a Publiacqua.
Il Cpa Firenze sud in realtà nasce nel 1989, occupando un’altra ex scuola inutilizzata. Dopo tre anni, gli occupanti la lasceranno ed occuperanno le ex Officine Longinotti. Chiunque conosca il quartiere 3, sa che il primo punto dell’azione del Cpa era la lotta all’eroina, in quegli anni una piaga per tutta la città. Quella battaglia fu vinta, ammettono anche i detrattori.
L’illegalità, anche se dentro una fabbrica vuota da 10 anni, però fu motivo di scontro, con le forze politiche di destra, che hanno chiesto a ripetizione il «ripristino della legalità». Lo sgombero arrivò nel 2001 per fare spazio ad un centro commerciale Coop, con un piano di recupero che prevedeva anche una piazza, una ludoteca, un centro per il quartiere. La successiva occupazione dell’ex scuola abbandonata Don Facibeni, in via di Villamagna, però divenne, col tempo, una presenza non più di scontro, nonostante già nel 2003 l’autorità giudiziaria avesse emesso un decreto di sequestro preventivo «la cui esecuzione è di competenza del Cosp», spiegò nel 2009 Palazzo Vecchio. Cioè il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che — proprio per ragioni di ordine pubblico — non ha mai realizzato lo sgombero. Il Cpa però è stato anche al centro di polemiche legate a inchieste sul terrorismo. Nel 2006, quando fu arrestato Fabio Matteini (condannato nel 2011 a 6 anni per banda armata e partecipazione all’associazione eversiva delle Br-Pcc) gli inquirenti parlarono del suo ruolo come reclutatore, proprio presso il Cpa (senza risultati, dicevano comunque le indagini). Ed anche Simone Boccaccini, condannato per l’omicidio di Marco Biagi, frequentava gli spazi del vecchio Cpa (ante 2001). Nel novembre 2009 ci furono poi tensioni dopo che un antagonista del Cpa venne arrestato (assolto tre anni dopo) con l’accusa di avere piazzato un ordigno esplosivo davanti all’agenzia delle entrate di via Santa Caterina d’Alessandria. Partendo da quell’episodio, dodici ragazzi del Cpa furono poi condannati per gli scontri in via della Scala, quando organizzarono un raid con spranghe, bastoni e sampietrini contro la sede di Forza Nuova. A fianco di questi buchi neri, ed alle polemiche per aver dato il palco ad un’ex Br, mai pentita, come Barbara Balzerani, però ancora oggi al Cpa ci sono spazi sociali, lezioni di computer, concerti, una libreria. Ma con una partecipazione meno diffusa rispetto agli anni ‘8o.
Le attività, le ombre Nel centro sociale sono passati scrittori come Benni e altri grandi artisti. Ma anche due terroristi condannati per l’omicidio Biagi