Cpa, lo sgombero è un rebus «Noi resistiamo»
E la Procura apre un fascicolo sulle dichiarazioni della Balzerani nell’anniversario di via Fani
Dopo il voto del Consiglio in Palazzo Vecchio e in Questura si studia il da farsi. Mentre il centro sociale Cpa si dice pronto a resistere.
Loro sono già sulle barricate, pronti a difendere l’ultimo fortino antagonista. «Il Cpa non si tocca» scrivono sui social gli occupanti dell’immobile di via Villamagna, all’indomani di quel sì trasversale allo sgombero firmato dal Consiglio comunale. C’è una grande agitazione nel centro sociale per decidere le iniziative da mettere in campo. Ma neanche a Palazzo Vecchio mancano le preoccupazioni. Quella risoluzione presentata dal capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai ha ottenuto le adesioni di Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle e l’appoggio decisivo del Pd.
E adesso che succederà? Al Cpa stanno pensando di organizzare un grande corteo con adesioni da tutta Italia. E, in attesa della decisione che verrà maturata nelle prossime ore in via Villamagna, per venerdì a Firenze è già previsto un altro corteo che potrebbe rappresentare l’antipasto della successiva grande manifestazione: «24 marzo, ore 17 piazza Puccini, corteo in difesa degli spazi occupati», recita un manifesto comparso in molte strade della città, senza sigle, ma con il simbolo storico dell’autonomia operaia. Non un’iniziativa del Cpa, quindi, ma senz’altro un’occasione per contestare il minacciato sgombero del principale centro sociale della Toscana.
«Contro le speculazioni della destra. Contro chi vorrebbe cancellare qualsiasi voce di dissenso in questa città. Per chi pensa sia ancora necessario aprire spazi di lotta, incontro, dibattito e solidarietà. Per chi non vuole regalare questa città all’egoismo ed ai reazionari. Il centro polare non si tocca!», recita il profilo Facebook del Cpa, che per ora annuncia genericamente prossime «iniziative».
Nato nel 1989 in viale Giannotti dall’occupazione delle ex fabbriche Longinotti, il Cpa, di ispirazione comunista, fu sgomberato nel novembre 2001 per fare spazio al centro commerciale Coop. Un mese dopo l’occupazione di via Villamagna, in una ex scuola che era destinata ad ospitare uffici di Publiacqua. Due mesi dopo arrivò dal tri- bunale di Firenze un decreto di sequestro preventivo per l’immobile.
Sono passati 16 anni, due mesi, e diversi sindaci. Eppure dal gennaio 2002 quell’ordine è rimasto solo sulla carta. Anche quando si scoprì che dal centro sociale storico di Firenze erano passati i militanti delle «nuove» Brigate rosse — quelle che facevano capo a Nadia Desdemona Lioce e che finirono poi nella rete dopo la sparatoria sul treno nel marzo 2003 — non si arrivò alle estreme conseguenze. Lo sgombero del Centro popolare autogestito fu uno dei primi pensieri anche di Matteo Renzi appena arrivato a Palazzo Vecchio da sindaco. Ma neppure lui riuscì nell’intento. E oggi che l’argomento è tornato in auge, con quella posizione netta del Consiglio comunale, dopo anni di tolleranza, trovare una soluzione sarà un vero rompicapo per tutti. E sono in tanti a mostrarsi molto cauti sull’argomento.
«Le parole dell’ex brigatista sono un insulto meschino ad Aldo Moro e a tutte le vittime del terrorismo», ha detto il sindaco Dario Nardella, mentre la procura ha aperto un fascicolo sulle parole pronunciate dall’irriducibile delle Br Barbara Balzerani, mai pentita, ospitata venerdì al Cpa per presentare il suo ultimo libro, proprio nel giorno dell’anniversario del sequestro di Aldo Moro. Non ci sono né indagati, né ipotesi di reato ma solo la ricostruzione di quello che è accaduto quella sera in cui la Balzerani aveva detto che «fare la vittima è diventato un mestiere» e che le vittime hanno «il monopolio della parola». Frase che ha aperto polemiche forti, a partire dalla reazione di Maria Fida Moro, figlia dello statista democristiano ucciso. A Firenze Lorenzo Conti, figlio del sindaco Lando Conti ucciso nel 1986, ha annunciato querela contro la Balzerani.
Reazioni
Il figlio del sindaco Lando Conti annuncia querela contro la brigatista mai pentita