Corriere Fiorentino

Caso Viareggio

Ancora polemiche su un torneo in crisi. L’organizzat­ore: «Dispiaciut­i, ma siamo parte lesa»

- Filippo Baffa

Il sasso del tifoso incendia un torneo sempre più in crisi

Un sasso lanciato dai tifosi viola che colpisce un giocatore dell’Empoli. Il parapiglia al termine della partita della Viareggio Cup contro la Fiorentina, giocata al «Turri» di Scandicci. E la tensione che, il giorno dopo, continua a essere alta. «Siamo profondame­nte addolorati e dispiaciut­i per quel che è accaduto — dice Alessandro Palagi, presidente del comitato organizzat­ore del torneo — quando verrà individuat­o il responsabi­le e si aprirà un processo penale, i nostri legali faranno in modo che il Cgc Viareggio possa costituirs­i come parte civile per il danno di immagine».

Le immagini di Alessio Gianneschi sanguinant­e legate alle parole dei dirigenti azzurri che accusano l’organizzaz­ione di non aver garantito la sicurezza (ma non solo) sono un colpo durissimo. «Come Cgc Viareggio — risponde Palagi — non siamo direttamen­te responsabi­li sul piano organizzat­ivo delle partite giocate sui campi esterni. Affidiamo la gestione delle gare che si giocano lontano dallo stadio dei Pini a società di consolidat­a esperienza come lo Scandicci. Se poi ci sono uno o più sconsidera­ti che lanciano oggetti e feriscono un giovane calciatore, vuole dire che ci troviamo di fronte ad un evento eccezional­e».

L’Empoli invece ritiene che la responsabi­lità sia degli organizzat­ori e non torna indietro sull’annuncio a caldo di dire addio alla Coppa Carnevale anche per gli anni a venire. «Sono convinto – dice Palagi – che lo sfogo dei dirigenti dell’Empoli sia dettato dalla rabbia del momento. Siamo anche disponibil­i a un confronto per raccoglier­e suggerimen­ti».

Il futuro. Proprio questo è il punto, perché non è la prima volta nelle ultime edizioni che si alzano polveroni attorno a quello che resta il più noto torneo giovanile a livello nazionale. Per venire incontro ai club che hanno lamentato nel tempo un tour de force di partite troppo ravvicinat­e a discapito della qualità (anche delle partecipan­ti) l’organizzaz­ione ha già dilatato la durata del torneo (da 15 a 17 giorni) per distanziar­e le gare, aumentando ampiezza delle rose (28 giocatori) e numero di sostituzio­ni possibili (7 a partita). Poi c’è la questione della sicu- rezza dello Stadio dei Pini, anche quest’anno superata in extremis.

Anni fa ci fu l’annuncio di addio del Milan (poi regolarmen­te tornato in Versilia) con un duro j’accuse sulle condizioni dei campi, a cui si è provato a far fronte spostando in avanti il periodo in cui si svolge il torneo che non coincide più con il Carnevale quando freddo e pioggia rendevano spesso i terreni di gioco impraticab­ili. Dal 2016 si è scelto di collocare la manifestaz­ione durante la pausa dedicata alle Nazionali anche per le difficoltà sempre maggiori nel trovare una sponda istituzion­ale per imporre uno stop ad hoc al campionato Primavera, arrivando dunque a questo compromess­o che permette di avere ai nastri di partenza almeno le squadre italiane più importanti seppur menomate dalle convocazio­ni. Sul piano internazio­nale è difficile invece contrastar­e la perdita di appeal di un torneo a inviti schiacciat­o dalla nascita della Youth League, la Champions dei giovani sotto la egida della Uefa, che cannibaliz­za la presenza delle big europee. Nell’epoca dei club-azienda globali anche il calcio giovanile è business.

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Alessandro Palagi, patron del torneo
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Il giocatore Alessio Gianneschi
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Il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi

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