Altro Sabatini
Passa di mano il ristorante di star e politici
Finito il tempo delle signore con le velette, dei 18 camerieri in sala o della cucina flambé e passato l’ultimo sussulto come ritrovo della destra fiorentina, Sabatini cambia proprietà.
Per il celebre ristorante di via Panzani potrebbe essere la fine di un’epoca o un nuovo inizio. Ad accorgersi dell’avvicendamento il blog Il Forchettiere a causa di un febbrile attività promozionale parsa anacronistica per un locale storicamente appannaggio dell’aristocrazia fiorentina. Gli ultimi proprietari, Carlo Lazzerini e Claudio Schiavi, sopravvissuti fino al 19 marzo all’evoluzione della gastronomia fiorentina da strenui difensori dell’ultima «roccaforte della cucina toscana» hanno venduto la licenza per poco meno di un milione a Julian Golemi, già titolare della trattoria il Paiolo. Un trentaquattrenne di origine albanese con una incredibile storia di gavetta alle spalle che ricorda quella del vecchio Sabatini. «Ha preso una macchina meravigliosa e imparerà presto a guidarla» ha commentato Lazzerini. «Spero di rinverdire i fasti degli anni Settanta» ha detto Golemi.
era nato nel 1914 in via Valfonda e negli Anni Trenta si era trasferito dove è oggi. Gino Sabatini era «figlio inurbato di contadini, senza soldi e senza credito se non il suo aspetto che ispirava simpatia» come scriveva Pier Maria Paoletti in una vecchia rubrica di Panorama. Aveva rilevato prima l’Antico Barile in via dei Tavolini e dopo averlo portato al
si era spostato in via Panzani, trasformando un locale anonimo in uno dei più noti di Firenze. Oggi la famiglia Sabatini è ancora proprietaria delle mura. Negli anni d’oro il locale era frequentato dai Nobel Eugenio Montale e Dario Fo, da star come Ingrid Bergman e Paul Newman, da politici del calibro di Nixon e Allende, ma anche Luigi EiSabatini naudi e Giovanni Spadolini, vero habitué della sala della Caravella.
Ma la gloria del ristorante non era solo mondana. La cucina ha lasciato un segno nella gastronomia fiorentina con piatti come lo sformato di carciofi o con i pisellini freschi al prosciutto, setacciati per dare i più piccoli e teneri ai clienti e lasciare i più grandi per l’insasuccesso lata russa o la cucina alla lampada che oggi pur sotto forma di modernariato gastronomico sta ritornando. Ogni Natale Sabatini regalava ai clienti dei quaderni gastronomici affidati a buongustai dell’epoca, oggi chicche da bibliofili. Si mangiava «sempre bene da Sabatini» ha scritto Oriana Fallaci, che voleva sempre il «tavolo 7». Erano però gli ultimi sussulti prima che Sabatini sparisse dalle guide gastronomiche. Poi un’ultima stagione nel segno della politica fiorentina. Nel 2006 fu in via Panzani la cena elettorale da 10 mila euro a testa per Silvio Berlusconi organizzata dall’allora coordinatore di Forza Italia Denis Verdini per raccogliere un milione di euro. Il resto è storia, gastronomica e politica, di oggi.