I genitori di Renzi non parlano coi Pm «In aula, ora basta processi mediatici»
Con la moglie in silenzio davanti al magistrato: «Farò sempre così». E poi: «Urlo la mia innocenza»
Urla la sua innocenza al mondo, ma davanti ai magistrati che lo vogliono interrogare decide di stare in silenzio. Tiziano Renzi convocato ieri pomeriggio in Procura per l’inchiesta della pm Christine Von Borries che lo vede indagato insieme alla moglie per false fatture, si è presen- tato all’appuntamento, dopo aver dribblato cronisti e fotografi, ma l’incontro è durato pochissimo: il tempo di recitare la formula «mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Il figlio Matteo: «Da 4 anni persone a me vicine oggetto di indagini».
Urla la sua innocenza al mondo, ma davanti ai magistrati che lo vogliono interrogare decide di stare in silenzio. Tiziano Renzi convocato ieri pomeriggio in Procura per l’inchiesta della pm Christine Von Borries che lo vede indagato insieme alla moglie per false fatture, si è presentato all’appuntamento, dopo aver dribblato cronisti e fotografi, ma l’incontro è durato pochissimo: il tempo di recitare la formula «mi avvalgo della facoltà di non rispondere» alla presenza dell’avvocato Federico Bagattini. Anche Laura Bovoli, moglie di Tiziano Renzi, ha comunicato al pubblico ministero la decisione di non parlare.
Poi il colpo di scena: un comunicato stampa che in realtà è un lunghissimo sfogo. «Sono stanco, voglio essere processato ma non sui giornali». Con annuncio finale: «Da questo momento mi avvarrò sempre della facoltà di non rispondere».
Il comunicato apparirà in serata anche sul profilo Facebook di Tiziano Renzi: «Da 4 anni la mia vita professionale e personale è stata stravolta. Dopo anni di onorata carriera, senza procedimenti penali, mi sono trovato improvvisamente sotto indagine in più Procure d’Italia. All’improvviso dal 2014 la nostra vita è stata totalmente rivoluzionata: da cittadino modello a plurindagato a cui dedicare pagine e pagine sui giornali. Alla veneranda età di 67 anni confesso la mia stanchezza. Ribadisco con forza che non ho mai commesso alcun reato. Nessuna bancarotta fraudolenta — spiega — come stabilito a Genova dove è stato archiviato il procedimento; nessun traffico di influenze per il quale sono sotto indagine a Napoli e Roma; nessuna fattura falsa come si ipotizza a Firenze. Urlo con forza la mia innocenza che peraltro nessuno ha mai potuto negare in questi anni». Punta il dito contro i giornali: «Dopo 4 anni di processi sui giornali con uno stillicidio di anticipazioni, notizie, scoop, adesso dico basta. Sono io che chiedo che si facciano i processi. Ma nelle aule di tribunale non sui giornali. Ho il dovere di difendere la mia dignità e la credibilità professionale della mia azienda. Non ho niente da temere non avendo commesso alcun reato». Tiziano Renzi lancia anche accuse, gravissime: «Sono un cittadino italiano stupito da ciò che è avvenuto nei procedimenti giudiziari che mi riguardano — scrive ancora nella sua nota — a cominciare dalla evidente falsificazione di presunte prove nei miei confronti, falsificazione così enorme da suonare paradossale».
Nonostante questo, prosegue il padre dell’ex segretario Pd, c’è ancora fiducia nella giustizia. «Voglio essere processato davanti alla giustizia per ciò che ho fatto, non sui giornali per il cognome che porto. Ma credo nella giustizia e nelle istituzioni. E dunque chiedo che si celebrino i processi: quelli in cui sono indagato e quelli in cui ho chiesto risarcimento danni per tutelare la mia storia professionale. Se devo essere processato, che mi processino. Il più velocemente possibile, se possibile. Passerò i prossimi anni della mia vita nei tribunali per difendermi da accuse insussistenti e per chiedere i danni a chi mi ha diffamato. Ma almeno potrò dire ai miei nipoti che la giustizia si esercita nelle aule dei tribunali e non nelle fughe di notizie e nei processi mediatici».