Corriere Fiorentino

Rossi-Pd, road map per arrivare al 2020 «Però sui rifiuti...»

Via agli incontri tra il governator­e e i Democratic­i per il patto di fine legislatur­a. Divisi su Case Passerini

- Giulio Gori

«Vorrei impegnarmi per onorare e portare fino in fondo il mio mandato. Penso che con il Pd si possa arrivare fino al 2020 in Regione. Un appello alla continuità può trovare consenso, non penso che i toscani siano disposti a fare tante avventure». Non una frase generica quella pronunciat­a dal governator­e Enrico Rossi mercoledì sera al Palazzo della Borsa, per la festa dei dieci anni del Corriere Fiorentino, ma un riferiment­o preciso a quanto sta avvenendo in questi giorni nel centrosini­stra toscano. Il gruppo regionale del Pd si è riunito mercoledì per discutere del «Patto di fine legislatur­a». Dalla prossima settimana partiranno gli incontri con Rossi per concertare le strategie comuni. Dopo la batosta elettorale alle Politiche, nessuno ha voglia di voto anticipato malgrado i dissidi con LeU, di cui Rossi è uno dei leader nazionali. Così, le strade sono due: stabilire i punti programmat­ici per i prossimi due anni o, ipotesi più complicata, inserire quei punti in un «documento politico», un manifesto di unità d’intenti tra Pd e LeU per rilanciare il modello Toscana per il centrosini­stra. Le priorità programmat­iche per il Pd sono sei, ma su una in particolar­e, la gestione dei rifiuti, le distanze rischiano di essere molto ampie. Il primo punto, e su questo c’è piena sintonia tra Rossi, l’assessore alla salute Stefania Saccardi e il gruppo Pd, è la sanità: la priorità è applicare la riforma che ha ridotto il numero delle Asl e superare i due problemi del sistema, le liste di attesa e la carenza di ambulatori territoria­li. Sul fronte delle visite e degli esami diagnostic­i qualche migliorame­nto si sta registrand­o, mentre le liste d’attesa operatorie sono ancora troppo lunghe. Inoltre, se negli ospedali c’è una qualità di cura alta, sono poche le strutture di diagnostic­a e che si occupano di cronicità e di cure post ospedalier­e. Altro punto, la grande battaglia per difendere le coltivazio­ni dall’attacco degli ungulati, su cui c’è già una legge ma per molti non si è rivelata sufficient­e a contenere il fenomeno. Terzo, affrontare il pasticcio delle Province, con la riforma rimasta a metà e con molte deleghe ancora da assegnare. Poi ci sarà da stabilire le priorità sulle opere che competono alla Regione: strade regionali, difesa del suolo, contrasto all’erosione delle spiagge, scuole, case popolari. «Il lavoro dei governi del Pd non è stato premiato neppure in Toscana — dice il capogruppo Leonardo Marras, uno dei cinque reggenti del Pd toscano — Ma da Roma alla Toscana sono arrivate molte risorse che ora abbiamo il dovere di spendere». Fin qui, le affinità tra la maggioranz­a in Consiglio e la giunta.

Ma il confronto con Rossi non si esaurirà con un paio di incontri. Perché su due punti, la dialettica è più complicata. «Innanzitut­to bisognereb­be concertare uno sviluppo economico dell’intera area vasta, ma soprattutt­o è sulla gestione dei rifiuti e sull’elaborazio­ne di un piano credibile per il loro smaltiment­o in futuro che sarebbe necessario trovare una strada comune», spiega in modo lapidario il sindaco di Prato Matteo Biffoni, un altro dei 5 reggenti del Pd toscano. Investimen­ti produttivi e piano dei rifiuti sono il nodo da sciogliere per i prossimi due anni. Il Pd chiede una «ricognizio­ne definitiva» sulle risorse comunitari­e disponibil­i e di utilizzarl­e per dare una spinta allo sviluppo: incentivi, accesso al credito e la riforma di Fidi Toscana. Ma se il governator­e spinge per sostenere le grandi aziende, in modo che facciano da traino con il loro indotto, e punta a risollevar­e le «aree di crisi complessa» della Costa, i Democratic­i vorrebbero redistribu­ire le risorse su tutto il territorio regionale e sulla piccola media impresa. Distanze da ricucire, ma sanabili con una mediazione. «Ci troveremo a metà strada», spiegano sottovoce dal Pd.

Così, il pomo della discordia è la gestione dei rifiuti. Il Pd vuole tirare dritto sul termovalor­izzatore di Case Passerini, mentre Rossi ha lanciato la proposta del bio-digestore. «La proposta del governator­e ci convince poco — dice Marras — Non si può pensare di ampliare le discariche in eterno. Noi non siamo ideologica­mente legati al termovalor­izzatore: se la giunta presenta un piano dettagliat­o sulla gestione dei rifiuti che ci dimostra che ci sono alternativ­e, benissimo...». E LeU? Oltre che da Rossi in Consiglio regionale la formazione è rappresent­ata dalla sola Serena Spinelli, che indica le priorità di fine legislatur­a: applicazio­ne della riforma sanitaria, gestione dei rifiuti che «cancelli la previsione di Case Passerini» e (ed è questo il punto di distanza tra lei e il governator­e) «una riflession­e complessiv­a sulle infrastrut­ture». Tradotto, Spinelli, come chiede la base di LeU, si schiera contro la pista parallela di Peretola. La consiglier­a sposa poi la proposta che il rettore dell’Università di Firenze, Luigi Dei, ha fatto alla festa del Corriere

Fiorentino: abolire il numero chiuso. «Sono d’accordo, ma non è realizzabi­le entro questa legislatur­a — dice Spinelli — Dopo, forse...». E intanto nel Pd, in attesa del congresso di fine anno, qualcuno comincia a usare una nuova espression­e: «Serve un “progetto nuovo” per il post 2020».

 Rossi/1 C’è un contratto coi toscani, per questo vorrei impegnarmi per onorare e portare fino in fondo il mio mandato Con il Pd si può raggiugner­e il traguardo del 2020  Rossi\2 Mi impegno perché il centrosini­stra con o senza trattino continui a governare la Toscana Bisogna costruire uno schieramen­to che abbia anche delle componenti civiche

 ??  ?? Il governator­e della Toscana Enrico Rossi (LeU) è stato eletto la prima volta nel 2010 e rieletto cinque anni più tardi
Il governator­e della Toscana Enrico Rossi (LeU) è stato eletto la prima volta nel 2010 e rieletto cinque anni più tardi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy