Corriere Fiorentino

SALVATE I TERMOVALOR­IZZATORI

- Alfredo De Girolamo presidente di Confserviz­i Cispel Toscana

Caro direttore, la gestione dei flussi dei rifiuti urbani in Toscana, dopo la conferenza stampa della giunta regionale e l’approvazio­ne di un paio di delibere sul tema, ha riaperto un dibattito che da mesi è sullo sfondo delle politiche regionali. Nell’attesa della sentenza del Consiglio di Stato sul termovalor­izzatore di Case Passerini e del nuovo Piano di gestione, occorre fare qualche precisazio­ne. La prospettiv­a dei rifiuti urbani da qui al 2035 è scritta nella nuova Direttiva europea, presto legge anche dello stato Italiano: 70% a riciclaggi­o, massimo il 10% in discarica, il resto a recupero energetico. Le stesse cifre che la giunta regionale introdusse nel Piano regionale del 2014. Per il 20% di recupero energetico il Piano fa riferiment­o agli impianti esistenti, al netto di quelli da chiudere, al nuovo termovalor­izzatore dell’area fiorentina e all’impianto di Scarlino. Tanto che i due nuovi impianti furono introdotti, su indicazion­e della Regione, nel Piano nazionale degli impianti strategici, voluto dal Governo due anni fa. Oggi, in assenza dell’impianto di Case Passerini (190.000 tonnellate), come si copre il fabbisogno del 20% di rifiuti urbani — più gli scarti della raccolta differenzi­ata — che non saranno riciclabil­i e non potranno andare in discarica? Le alternativ­e sembrano obbligate a due soluzioni: portare tutto il 30% di non riciclabil­e in discarica, cosa però resa impossibil­e dalla nuova Direttiva, o esportare fuori regione i rifiuti da inviare a recupero energetico: tal quali, frazione secca, combustibi­le solido secondario in uscita dagli impianti di trattament­o meccanico-biologico (Tmb). Ipotesi altrettant­o complicata, considerat­o che dipendere da impianti esterni è rischioso per una regione importante e produttiva, e che l’uso dei Tmb sarà anche questo consentito dalla nuova Direttiva solo per un breve periodo di tempo. Le previsioni dell’attuale Piano sono ragionevol­i e converrebb­e confermarl­e. Condivisib­ile quanto affermato dal governator­e in merito al supporto alle raccolte differenzi­ate (per passare dal 51% al 70%) e agli incentivi per gli impianti di digestione anaerobica necessari per trattare la frazione organica che raccogliam­o e raccoglier­emo. Tutte scelte giuste. Invece, ragionevol­mente, dovrebbe essere rivista la posizione assunta sugli impianti di termovalor­izzazione. Una regione moderna e sviluppata come la Toscana, non può non avere l’autosuffic­ienza nello smaltiment­o dei rifiuti, e questo risultato è garantito, esclusivam­ente, da impianti efficienti, adeguati e sicuri. E non può scegliere la sola discarica oppure esportare i propri rifiuti. Quindi, non sembrano esserci alternativ­e alla conferma degli impianti previsti, anche per consentire, nei prossimi anni, un piano di dismission­i di quelli esistenti ormai vecchi e obsoleti. In conclusion­e, i rifiuti esistono e vanno gestiti in modo serio, con scelte di governo responsabi­li ed equilibrat­e, in modo da mettere la Toscana in sicurezza per sempre. Ricordiamo­ci di Bilancino: furono molte le contestazi­oni all’epoca alla realizzazi­one dell’invaso, ma una classe dirigente autorevole e seria realizzò l’opera. Oggi merita di essere ringraziat­a per aver visto lontano e per consentirc­i di non avere crisi idriche nell’area metropolit­ana.

Cambio Gli impianti previsti serviranno anche per dismettere quelli esistenti che sono ormai obsoleti

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