Corriere Fiorentino

Le avventure di Pinocchio, tra Sesto e Peretola

Allo Studio Rosai in mostra le opere di Fabrizio Gori: un racconto topografic­o

- Anna Amoroso

Le illustrazi­oni sembrano lo storyboard di un film in divenire e riflettono l’essenza di un ragazzo della campagna fiorentina di fine Ottocento restituito alla storia e al mito. È il Pinocchio dell’artista Fabrizio Gori tratteggia­to con un morbido segno a spirale e frutto di un lungo lavoro di ricerca ora in mostra fino al 22 aprile allo Studio Rosai in via Toscanella a Firenze.

«La mia passione per Pinocchio nasce nel 1990 — ci racconta — In occasione del centenario della morte di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, abbiamo organizzat­o una mostra commemorat­iva dalla quale è nata una collaboraz­ione con Lapo Binazzi e che ha portato alla realizzazi­one del Pinocchio triangolar­e illustrato insieme a Vinicio Berti, Paolo Favi, Emilio Malenotti e Liberia Pini, esposto tuttora al Moma. Negli anni sono seguiti migliaia di schizzi, abbozzi, disegni che sono divenuti una sorta di racconto autobiogra­fico, se non addirittur­a topografic­o, perché ho fatto un lungo lavoro di ricerca sul campo, individuan­do i luoghi cari a Lorenzini, tra Sesto e Peretola, e le persone reali che hanno ispirato i personaggi della storia come la Fata Turchina, figlia del giardinier­e di Villa Gigli o il Pescecane, noto usuraio di Firenze. L’ambiente fa da palcosceni­co agli episodi della vita di Pinocchio, Lorenzini ha plasmato la realtà che aveva sotto gli occhi trattando i suoi personaggi come figure vive. Parla un linguaggio universale e per questo ho inserito figure legate anche all’antichità. Nella scena in cui il burattino è agguantato da un carabinier­e ho disegnato un guerriero greco perché ho voluto dare un’importanza di tipo classico a una storia che si può scavare all’infinito». La mostra, a cura di Fabio Norcini direttore dello Studio Rosai è parte del progetto complessiv­o «Pinocchio nell’era della sua riproducib­ilità tecnica» e prevede altre due appuntamen­ti: il Pinocchio visto da Fabio Sironi e il Pinocchio negli originali dell’archivio Salani. Seguiranno anche proiezioni di opere meno note, dal lavoro di Giuliano Cenci alle serie televisiva nipponica della Tatsunoko fino a The adventures of Pinocchio di Jonathan Dove. Ci sarà anche la possibilit­à di assaggiare piatti ispirati al romanzo.

«Nell’Osteria del Gambero Rosso la volpe mangia un cibreino di volatili e noi proporremo faraona, anatra e pollo arrosto — continua Gori — E finiremo con la zuppa inglese che ricorda l’arredament­o della carrozza della Fata. In realtà ciascuno dentro di sé è un po’ Pinocchio, costretto a seguire un percorso di maturazion­e, e intervenir­e su noi stessi è la cosa più difficile da fare». Per informazio­ni: 055. 285488.

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Una delle opere di Fabrizio Gori esposta allo Studio Rosai di Firenze

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