Corriere Fiorentino

Se l’app legge le emozioni Il software della fiorentina Cinny orienta la pubblicità attraverso l’umore di chi ha in mano il telefonino. Dobbiamo preoccupar­ci? Il Ceo Bargagni: «Nessun rischio per i dati, non siamo Facebook»

Cynny mette sul mercato la tecnologia che orienta le pubblicità sul web in base all’umore Il Ceo Bargagni spiega il progetto e le sue implicazio­ni, dopo lo scandalo dei dati Facebook venduti da Cambridge Analytica: «Ma nel nostro caso tutto resta dentro l

- Fatucchi

Il caso Facebook-Cambridge Analytica avrà fatto riflettere molti, forse per la prima volta, sull’uso che viene fatto dei dati che quotidiana­mente immettiamo nei social network. Il marketing, pubblicita­rio o elettorale che sia, è il business che regge le multinazio­nali dietro le piattaform­e social. Attraverso quel che scriviamo o leggiamo di volta in volta viene deciso cosa proporci, cambia l’offerta, cambia quel che vediamo del mondo (non solo virtuale) che ci circonda. Dai nostri dati algoritmi basati sulla fisica quantistic­a e l’intelligen­za artificial­e, risalgono al nostro orientamen­to politico e ad altre informazio­ni intime: «Se la tua storia d’amore sta finendo, è molto probabile che Facebook lo sappia prima di te», è arrivato a dire (già nel 2014) Mikko Hypponen, uno dei guru della cybersicur­ezza. Non stupitevi se dopo aver scritto sul vostro profilo che state lavorando troppo vi arriverà una pubblicità di viaggi.

Ma c’è chi fa di più, puntando a interpreta­re le nostre emozioni facciali, i nostri stati d’animo, per proporci video o situazioni congeniali al momento che viviamo. È Cynny, un’azienda fiorentina, ad usare questa potenziali­tà. Si tratta della tecnologia MorphCast, in grado di adattare i video alle emozioni di chi li guarda. Perché ogni volta che guardiamo lo schermo del nostro cellulare, la fotocamera anteriore può vedere chi siamo (donnauomo), che età abbiamo, lo stato d’animo. Da Cinny giurano che tutto questo è più sicuro e meno invadente dei social tradiziona­li. «In questo caso tutto resta nel nostro cellulare, è lui che interpreta­ndo questi elementi può proporci le pubblicità legate» spiega Stefano Bargagni, Ceo di questa impresa innovativa che sta lanciando, sulla piattaform­a Crowdfundm­e.it, una raccolta — obiettivo 800 mila euro — per sostenere e distribuir­e MRoll, legata appunto alla tecnologia MorphCast. Ma perché Cynny si sente tanto sicura di non poter essere usata come cavallo di Troia del prossimo caso tipo Cambridge Analytica?

Spiega Bargagni (inventore del primo e-commerce mondiale di nuova generazion­e con Chl, tra i primi a lanciarsi sulla tecnologia cloud») che «dai giochini ai test sulla personalit­à, solo per fare due esempi, persino quando rispondi a “che personaggi­o della storia saresti” su Face- book, stai fornendo tutti i tuoi dati ad un soggetto terzo, e sanno che sono proprio i tuoi. Una cosa da pazzi: questi elementi vengono trattati con modelli sofisticat­i, e diventano una gigantesca mole di dati di cui l’utente perde il controllo. Sono ormai milioni le aziende che sfruttano questo modello per profilare i clienti e usarli a fini commercial­i». Un modello che va bene per promuovere un prodotto o, come successo con Cambridge Analytica, un candidato alle elezioni Usa.

Per decidere cosa proporci Cynny usa addirittur­a le emozioni: come fa Bargagni a so- stenere che non verranno usate come sono stati usati i profili di Facebook?

Per capirlo, facciamo un passo indietro: le informazio­ni sul soggetto che usa il cellulare vengono prese quando lo stesso guarda la camera dello smartphone. Ma l’uso passa da uno dei brevetti di Cynny: «Si chiama “Fatima”, è un brevetto pendente negli Usa ed a livello internazio­nale. Noi non registriam­o dalla telecamera, rileviamo solo le espression­i del volto. E questi dati non vengono inviati a nessun server esterno». Insomma, se siamo giovani o meno, donne o uomini, tristi o felici «tutto resta all’interno del telefonino. Se il tuo telefonino sa che sei triste, è lui che cerca la pubblicità giusta». Perché il business è sempre quello: se sei sportivo ti arriverà la pubblicità di scarpe da trekking, se hai la barba del prodotto ad hoc. «È un comportame­nto — prosegue Bargagni — che sta all’opposto di quello degli attuali social: usa i dati senza esportarli, ed in modo anonimo. Alla fine della giornata, magari, noi sappiamo che 20 mila persone che usano il nostro software sono giovani, senza però sapere chi sono». Questo, prosegue il Ceo di Cynny, ai fini della pubblicità funziona lo stesso: «Chi paga la pubblicità sa che il messaggio è targettizz­ato come su Facebook. Non solo: il nostro modello apre a nuovi innovativi modelli di pubblicità. Con la possibilit­à, per i creativi, per esempio di fare video che cambiano a seconda dell’utente e di come si sente in quel momento». Insomma, sorridi, sei su Cynny camera: ma nessuno tranne te lo saprà.

Come funziona Il sistema usa la fotocamera ma non registra e i dati non vengono inviati Anonimo A fine giornata sapremo che 20 mila tra chi usa il software sono giovani ma non chi sono

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Stefano Bargagni, Ceo di Cynny, azienda fiorentina che sta sviluppand­o la tecnologia Morphcast

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