Corriere Fiorentino

IL BLUFF DELL’ALTRO SVILUPPO

- di Carlo Nicotra

C’è un refrain nell’interminab­ile dibattito sul futuro dell’aeroporto di Peretola, parole e musica dei sindaci — di Prato, Campi Bisenzio, Sesto, Calenzano, Signa, Carmignano e Poggio a Caiano — che si oppongono alla costruzion­e della nuova pista. Dicono di non essere «contro lo sviluppo», ma contro «questo modello di sviluppo, che non vogliamo», per usare le parole del primo cittadino di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi. Si dicono fautori di «un altro modello di sviluppo, sostenibil­e, per la Piana». Quel che omettono è quale sia, quest’altra strada verso lo sviluppo. Da dove passi, quanti posti di lavoro porti e in che modo, come rispetti l’ambiente e la salute dei cittadini, visto che in ogni caso l’aeroporto di Peretola resterà lì. Se hanno un progetto, in tutti questi mesi di dibattiti non lo hanno mai tirato fuori. Non è un caso che un altro sindaco contrario al progetto di Toscana Aeroporti per il Vespucci, Alessio Biagioli di Calenzano, abbia proposto come soluzione alla controvers­ia tra la Piana e Firenze quella di «tornare al progetto del 2003: interramen­to dell’A11 e messa in sicurezza del Vespucci». Ritirar fuori un progetto di 15 anni fa, già bocciato per i costi e la difficoltà di realizzazi­one, è un po’ debole come alternativ­a. L’«altro sviluppo» cantato dai sindaci della Piana pare un po’ la fenice nel Demetrio di Pietro Metastasio: Che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.

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