Si sono sfidati a colpi di analisi del testo, su scrittura creativa e sul tema delle baby gang
che ci piace far vedere e realizzare mostre inusuali», spiega il presidente Roberto Ferri. La Fondazione va così alla ricerca di collezioni uniche e di opere inedite che raccontano periodi meno conosciuti degli artisti. La sede, circa 200 metri in un palazzo del XIX secolo, ha una sala espositiva multimediale e polifunzionale. Per ogni esposizione cambia scenografia come se fosse un teatro e molti spunti li dà la stessa Sibylle, classe 1930, costumista, scenografa e pittrice. Qui arrivano visitatori da tutta Europa, ma «quello che ci dà più soddisfazione è aver cambiato le abitudini dei nostri cittadini — conclude Ferri — che ora frequentano e vivono le nostre mostre». Gallery Dall’alto: Gillo Dorfles, Senza titolo (2005); Fabio Mati, Ventaglio (2017) e Patrizia Borgi, Terra e Vento (2011)
«L’italiano è il modo che abbiamo per esprimerci, non solo per comunicare con gli altri, abbiamo la fortuna di avere una lingua che ci permette di farlo in modo bellissimo con una musicalità che altre non hanno e contando su di un repertorio letterario che ci invidia tutto il mondo». Paolo Valenti, studente del liceo scientifico Copernico di Brescia è il campione «senior» della dell’ottava edizione delle Olimpiadi di Italiano: è stato incoronato ieri nel Salone de’ Cinquecento al termine della gara che ha visto sfidarsi studenti delle scuole superiori di tutto il Paese (e anche di quelle italiane all’estero). Paolo ha la media del 9 non solo in italiano, legge almeno un libro al mese, scrive per il giornalino della scuola ma anche su Facebook, si diverte a cucinare dolci ed ama l’arte («Essere qui a Firenze, per la prima volta, è emozionante, tornerò per vistarla con più calma»), vuole andare a studiare scienze politiche in Francia, ma sogna poi di ritornare a vivere nella sua città. La medaglia d’oro per la categoria junior è andata invece a Gaia Bortoluzzi, dell’istituto Marconi di Conegliano: Gaia suona il pianoforte, ascolta Guccini, i Pooh e la musica classica, ai social preferisce un buon libro la sua scrittrice preferita è Jane Austen): «Ho il telefonino da poco, non saprei cosa pubblicare. Forse oggi sì, qualcosa da condividere l’avrei», sorride mostrando la medaglia la collo. I ragazzi che hanno partecipato quest’anno alla competizione, organizzata dal Ministero dell’Istruzione con la collaborazione dell’Accademia della Crusca e del Comune di Firenze, sono stati 60.300: 84 i finalisti che si sono sfidati a colpi di analisi del testo, riassunti, scrittura creativa sulle orme di Italo Calvino e hanno argomentato sul tema delle baby gang. Sul podio sono saliti le ragazze e i ragazzi che hanno dimostrato la migliore conoscenza e padronanza della lingua italiana: durante le prove è stato chiesto loro di dimostrare perizia nell’analisi e comprensione del testo, capacità di sintesi e logico-argomentativa, ma anche creatività e originalità nell’uso della lingua.
Ai vincitori sono arrivati, via messaggio, i complimenti della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. «La lingua è identità, unità, è strumento fondamentale per una cittadinanza reale, piena». Poi l’invito ai ragazzi: «Portate in alto la nostra lingua, siatene orgogliosi ambasciatori».