Corriere Fiorentino

Nicco, domande che indignano

I giudici spagnoli alla Procura di Firenze: chiedete ai suoi amici se era «fatto»

- (ha collaborat­o Antonio Passanese) di Antonella Molica © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Niccolò era aggressivo? Era solito azzuffarsi quando usciva di notte? Era ubriaco? Era «fatto»? I giudici spagnoli chiedono di interrogar­e due amici di Niccolò Ciatti, il ragazzo fiorentino di 22 anni pestato a morte nella discoteca St.Trop di Lloret de Mar la notte del 12 agosto 2017 da tre ceceni. La richiesta è stata formalizza­ta dal tribunale di Blanes di Gerona con una rogatoria internazio­nale. La pm Beatrice Giunti nei prossimi giorni convocherà i due ragazzi per dare seguito alla rogatoria. «I giudici dovrebbero ricordare che lui è la vittima», dice il padre di Niccolò.

Niccolò era aggressivo? Era solito azzuffarsi quando usciva di notte? Era ubriaco? Era «fatto»? Il riflettore è puntato tutto su di lui: Niccolò Ciatti di Scandicci, 22 anni, andato in vacanza la scorsa estate con gli amici a Lloret de Mar, sulla costa catalana, e tornato a casa dentro una bara. Quello che vogliono sapere i giudici spagnoli che indagano su quella morte assurda somiglia più a un atto di accusa che a un tentativo di capire quello che è realmente accaduto. Una ventina di domande tutte dello stesso tenore: aveva bevuto? Quanto aveva bevuto? Ha assunto stupefacen­ti? Di solito beveva o si drogava quando andava di notte a divertirsi?

Il tribunale di Blanes, a Gerona, ha presentato una rogatoria internazio­nale per ascoltare Simone e Yuri, i due amici che erano con lui in vacanza ma che durante l’aggression­e non erano presenti in discoteca perché erano già rientrati in albergo. Sarà il pm Beatrice Giunti della Procura di Firenze a convocare i ragazzi per rivolgere loro le domande preparate del giudice spagnolo. La pm, pur dovendosi attenere alla rogatoria, potrà comunque andare oltre, raccoglien­do in modo approfondi­to il racconto degli amici. Le testimonia­nze raccolte a Firenze saranno poi trasmesse al tribunale di Blanes ma anche alla procura di Roma che ha competenza per i reati avvenuti all’estero che coinvolgon­o nostri connaziona­li. La pm di Roma Tiziana Cugini a suo tempo aveva aperto un’inchiesta sull’omicidio nella città catalana ma il fascicolo è ancora a carico di ignoti, anche perché i magistrati spagnoli non hanno mai trasmesso all’autorità giudiziari­a italiana neppure i nomi dei tre ceceni indagati per la morte di Niccolò.

La notte tra l’11 e il 12 agosto la discoteca St. Trop era affollatis­sima. Ci sono quattro piste e la discoteca può ospitare fino a duemila persone. Quella era l’ultima serata per i sette amici arrivati in Costa Brava da Firenze a cercare un po’ di divertimen­to nella capitale della vita notturna catalana, a 70 chilometri da Barcellona. Quel sabato Simone e Yuri restano in albergo a dormire mentre gli altri cinque amici arrivano nel locale dopo le 2. All’improvviso Niccolò viene preso di mira da uno dei tre ceceni che, raccontera­nno i testimoni, sembrano lottatori di arti marziali. Forse uno sguardo sbagliato o una spinta involontar­ia nella calca. Uno lo spintona, Niccolò reagisce e gli arriva una raffica di colpi al viso. Pochi secondi e succede l’irreparabi­le. Il ragazzo italiano è una maschera di sangue, cade e viene colpito da un calcio. I buttafuori non intervengo­no. Si scoprirà poi che gli uomini che dovrebbero garantire la sicurezza sono solo nove: uno per più di 200 ragazzi. Durante la lite che dura poche decine di secondi nessuno di loro interviene. Arriverann­o quando tutto è finito. E accompagne­ranno gli amici di Niccolò, privo di sensi, in una piazzetta vicino al locale, in attesa dei soccorsi. I tre aggressori sono già andati via indisturba­ti. Saranno i sanitari arrivati con l’ambulanza a tentare la rianimazio­ne. Niccolò morirà poco dopo in ospedale per un’emorragia cerebrale.

I tre aggressori, tutti poco più che ventenni, verranno arrestati subito dopo a poca distanza dalla discoteca. Rassoul Bissoultan­ov, è tutt’ora in carcere a Girona, mentre i suoi amici, Mosvar Magamadov e Khabiboul Khabatov, verranno subito scarcerati e torneranno nella città francese di Strasburgo. Erano tutti richiedent­i asilo. Nell’interrogat­orio davanti al giudice Bissoultan­ov è scoppiato a piangere: «Non vorrei aver fatto una cosa così orribile». Gli amici rimessi in libertà hanno ammesso che quella notte era ubriaco e sotto l’effetto di droga.

«Non sono essere umani ma bestie — aveva detto all’indomani della tragedia il padre di Niccolò — hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate, non posso dire neanche come un cane perché neanche un cane si merita una fine così. E la cosa triste vedendo il video dell’aggression­e è che tutti sono stati a guardare impotenti».

«Dolore che si aggiunge al dolore», il commento di Luigi Ciatti oggi. «Non ho parole, vogliono trasformar­e la vittima in carnefice. Mio figlio non assumeva stupefacen­ti, e non lo aveva fatto neanche quella sera, basta rileggere i risultati dell’autopsia per averne la conferma». Quella maledetta notte in cui Niccolò è stato ucciso «forse aveva bevuto un po’ ma escludo fosse ubriaco. E men che meno aggressivo. Il video e le testimonia­nze di chi era in discoteca parlano chiaro ed evidenzian­o tutta la violenza che i tre assassini avevano in corpo». Ma Luigi Ciatti già conosceva quelle domande perché gli erano state rivolte durante l’interrogat­orio per rogatoria un paio di mesi fa: «I nostri avvocati ci avevano preparato ma sentire certe cose ci ha lasciato l’amaro in bocca e ha riaperto una ferita che non riesce a rimarginar­si. Invece di chiedere a noi o agli amici di Nicco se era solito azzuffarsi quando usciva di notte, se fosse “fatto” o se tollerasse alcol e droghe dovrebbero rivolgere i loro interrogat­ivo al terzetto di ceceni che non hanno avuto alcun problema ad ammazzarlo in un locale pubblico e davanti a centinaia di persone».

La famiglia Ciatti non si arrende e continua a chiedere giustizia. Con mille difficoltà i genitori vanno avanti, hanno dovuto vendere il banco di ortofrutta al Mercato Centrale di San Lorenzo per poter pagare le spese legali e i viaggi verso la Spagna. L’indagine va molto a rilento e «probabilme­nte prima del 2019 il processo non inizierà — continua Luigi — Nelle prossime settimane torneremo a Barcellona per avere un quadro più preciso della situazione. Ma vorrei ricordare ai giudici spagnoli che nella notte chi è rimasto a terra, senza vita, è mio figlio».

L’elenco Aveva bevuto? Quanto? Di solito beveva o si drogava quando andava a divertirsi? I genitori Anche a noi hanno chiesto le stesse cose, ma resta l’amaro in bocca e la ferita si riapre

 ??  ?? Niccolò Ciatti, morto il 12 agosto del 2017 in Spagna
Niccolò Ciatti, morto il 12 agosto del 2017 in Spagna
 ??  ?? Le immagini della rissa in cui Niccolò ha perso la vita lo scorso agosto, girate dalle telecamere della discoteca di Lloret De Mar
Le immagini della rissa in cui Niccolò ha perso la vita lo scorso agosto, girate dalle telecamere della discoteca di Lloret De Mar
 ??  ?? Niccolò Ciatti, morto in Spagna a 22 anni
Niccolò Ciatti, morto in Spagna a 22 anni

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