Tulipani al Cnr
Duecentomila fiori dove c’erano baracche e degrado
I fiori piantati da un’associazione si potranno vedere e raccogliere dal 9 aprile
L’ex area degradata SCANDICCI del Cnr come Amsterdam? Quasi. Un enorme giardino fiorito e profumato, grande un ettaro, con circa 200 mila tulipani è spuntato a poche centinaia di metri della centralissima piazza Resistenza, a un quarto d’ora di tram da Firenze, a due fermate dal parcheggio scambiatore di Villa Costanza, e alle spalle del Polimoda.
Un campo dai mille colori che fa parte del progetto di riqualificazione dell’ex area Cnr, per troppo tempo lasciata all’incuria e all’abbandono e che ora vede all’orizzonte una «nuova vita» dopo l’occupazione di anni da parte di un gruppo di rom. La fioritura dei 200 mila tulipani sarà visitabile da lunedì 9 aprile tutti i giorni dalle 10 alle 19 con ingresso dal castello dell’Acciaiolo, e da quel giorno sarà anche possibile raccoglierli dietro il versamento di un contributo finalizzato a coprire il costo dell’evento. I 200 mila bulbi, di 70 diverse varietà di tulipani, sono stati piantati su più file, in un terreno di centodieci metri di lunghezza e settantacinque di larghezza. Il taglio del nastro, con il sindaco Sandro Fallani, è fissato per la mattina di lunedì 9: l’amministrazione comunale ha deciso che gli studenti di Scandicci potranno entrare gratuitamente mentre per tutti gli altri l’ingresso è di 3 euro con la raccolta di due fiori; il ricavato, al netto delle spese progettuali, andrà a finanziare i lavori di sviluppo e cura del parco ex Cnr dove si trovano anche diverse piante da frutta messe a dimora, nella seconda metà del secolo scorso, dal fondatore del centro per le specie legnose di Scandicci, il professor Alessandro Morettini, ordinario alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze.
Fu lui ad acquistare per conto del Cnr quel podere dove oggi sono stati piantati i 200 mila tulipani. «Abbiamo aderito al progetto di arte ecologica sia per l’indiscutibile bellezza di un campo fiorito nel centro della nostra città, sia per i contenuti dall’alto valore innovativo dell’iniziativa — dice l’assessora all’Ambiente Barbara Lombardini — attraverso l’impegno di esperti e volontari e la sperimentazione sul campo, infatti, i promotori hanno come obiettivo primario quello di dare indicazioni su un modello di floricoltura biologico e sostenibile». A capo del progetto c’è un’ associazione non profit e di volontariato culturale, «Le Tribù della terra».