E la Regione cambia la legge bocciata dalla Consulta
La giunta regionale ha riscritto la parte della legge quadro sul turismo che riguarda la locazione breve, quindi anche il fenomeno Airbnb, dopo la bocciatura della Corte costituzionale dello scorso anno. Il provvedimento presto arriverà in aula. Il problema era nato sull’articolo 70 del Testo unico del 2016, relativo alle «locazioni turistiche» su cui, a seguito del ricorso alla Corte costituzionale promosso nel febbraio 2017 dal Governo che lo riteneva illegittimo, era arrivata la bocciatura. La Regione stabiliva che si doveva considerare attività economica chi affittasse almeno due appartamenti per oltre 80 giorni l’anno, il Governo invece riteneva che solo lo Stato può definire cos’è attività economica e cosa no. «Abbiamo riscritto l’articolo e tutte le Regioni hanno sollevato il problema che sarà discusso ormai con il nuovo Governo — spiega l’assessore regionale all’Economia e al Turismo, Stefano Ciuoffo — Ma nel frattempo, col decreto del luglio 2017 lo Stato ha normato la materia: chiunque affitti temporalmente deve pagare la tassa di soggiorno, se nel territorio del suo Comune è in vigore, e deve comunicare i dati di chi alloggia. E con la riscrittura dell’articolo definiamo nuovamente la locazione turistica e introduciamo l’obbligo di comunicazione dei flussi turistici, per finalità statistiche, da parte dei titolari o gestori delle strutture ricettive e dei proprietari o usufruttuari in caso di locazione turistica. Questi fenomeni hanno cambiamenti così veloci che è necessario conoscerli per poterli governare, in ogni Comune della Toscana». La riforma del testo unico non dovrebbe avere problemi di approvazione, anche se forse sarà emendata in aula.