Corriere Fiorentino

Città metropolit­ana, svolta taglia costi Ma zero rimborsi a chi usa il car sharing

Trasferte, nuovo disciplina­re per i dipendenti: sconsiglia­ti i taxi e tutti i mezzi condivisi

- Matteo Merciai

Nessun effetto Fico: il regolament­o è stato approvato prima, il 13 marzo

In missione per conto del «l’austerity». Da oggi, 1 aprile 2018, dirigenti e dipendenti della Città Metropolit­ana dovranno rispettare il neo «Disciplina­re trasferte, missioni e rimborsi spese», regolament­o di cui è relatore il sindaco metropolit­ano Dario Nardella. Stop ad eventuali sprechi, agli scontrini esorbitant­i preda dei rapaci social, ai conti che non tornano: se trasferta deve essere che sia, perlomeno, sobria. «Un provvedime­nto che si allinea alla normativa già esistente in ambito comunale», spiegano dalla Città Metropolit­ana. Ma le curiosità non mancano.

Varcati i confini dell’area metropolit­ana scatta infatti la «missione», da gestire nei limiti del disciplina­re: d’ora in poi sarà necessaria l’autorizzaz­ione preventiva del proprio superiore, dal dirigente sino alla massima carica istituzion­ale, il sindaco. Dunque si passa alla scelta del mezzo di trasporto e qui la questione si complica. Si ai mezzi pubblici: autobus, metropolit­ane, tramvie, treni, a patto di non sedersi in prima classe. Solo se strettamen­te necessario si può prendere l’aereo ma senza fare i furbi: viaggio in «economy», chiaro.

Verrebbe da pensare che l’invito alle pratiche virtuose sia conseguenz­a «dell’abitudine» di Roberto Fico, neo presidente della Camera, di muoversi in bus. Invece no. Il disciplina­re, pubblicato il 13 marzo, è precedente alla diatriba tram-taxi dell’esponente cinquestel­le ma, considerat­e le polemiche, calza benissimo sull’attualità. Con tanto di scontato riferiment­o: se viaggia in «seconda classe» il presidente della Camera che si adeguino anche dirigenti e dipendenti metropolit­ani.

Mentre, per evitare cumuli di ricevute da 15.000 euro, la Città Metropolit­ana chiede di salire sul taxi solo in casi eccezional­i. Contrordin­e inatteso anche su bike e car sharing: promosse a pieni voti dall’amministra­zione fiorentina e dallo stesso sindaco per l’impatto ambientale zero, non vengono invece incentivat­e in caso di trasferta per i dipendenti della Città metropolit­ana. Bici e auto condivise possono essere prese in consideraz­ione solo per trasferte a «carattere eccezional­e e residuale» al pari del mezzo privato e «non dà diritto a rimborsi».

All’articolo 6 del disciplina­re, poi, si definisce il rimborso spese per il pernottame­nto, valido se la trasferta è almeno di 12 ore — maledette le uscite da 11 — e l’orario è sfavorevol­e ad un rientro in giornata. Sull’albergo c’è da accontenta­rsi: proibito il 5 stelle, solo per motivi economici s’intende, si potrà optare per strutture con un massimo di 4 stelle.

Infine il vitto, rimborsabi­le su uscite non inferiori ad 8 ore, sul quale v’è una disparità di trattament­o considerat­a ordinaria: i dipendenti possono spendere fino a 22,26 euro mentre i dirigenti, notoriamen­te più affamati, hanno una tariffa che arriva ai 30,55. Se la trasferta è sopra le 12 ore, il costo sostenibil­e aumenta sino a 40,26 euro per i primi e 61,10 per i secondi.

La vicesindac­a metropolit­ana Brenda Barnini definisce il disciplina­re una misura indispensa­bile: «È un ordinament­o congruo a un ente come la Città Metropolit­ana dove il personale non riceve indennità, essenziale per una idonea gestione delle risorse».

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