Corriere Fiorentino

L’ombra della sera e quella di Orlando

- Di Enzo Fileno Carabba

Il primo incontro fu in Calabria, in un campeggio di Capo Rizzuto, anche se erano tutti e due di Firenze. Donatella aveva 26 anni e Gianni 18. Lei era lì col futuro marito, lui con un amico. Per Donatella fu una specie di colpo di fulmine, lui non se ne accorse perché pensava alla patente. Se ne andarono in giro per la Calabria in quattro, senza che accadesse niente. Però in generale il futuro marito era geloso, appartenev­a alla sinistra extraparla­mentare (siamo nel 1975) ma Donatella gli ripeteva il detto «Gratta gratta il comunista/ trovi sempre il maschilist­a». Lei cucinava per tutti e in seguito è diventata, tra l’altro, autrice di libri di cucina. Un po’ si frequentar­ono anche a Firenze. Nell’ottobre del 1976 Donatella sposò il futuro marito, che così divenne attuale. Gianni era presente al matrimonio: è stato presente a tutti e due i matrimoni di Donatella. Ma non anticipiam­o. Dopo un po’ smisero di vedersi. Passarono 7 anni. Frequentav­ano ambienti diversi, era improbabil­e che si incontrass­ero. Nel 1983 si trovarono per caso al Museo di Volterra, erano lì per vedere «L’ombra della sera», famosa statuetta etrusca. Lui in teoria non ci doveva essere, invece era lì. Gianni non pensava più alla patente, era cresciuto. Si videro in tutto il loro splendore. All’ombra della statuetta etrusca i loro sentimenti si fusero. Qualche giorno dopo se ne resero conto. Tutto cominciò. Lei lasciò il marito, con cui era già seriamente in crisi. Pochi giorni dopo che si era messa con Gianni, gli etruschi mandarono un altro segno benevolo: divenne insegnante di ruolo. Andarono a stare in cima a una montagna, in una casina degli gnomi. Fecero due figli, Alberto e Leonardo. Gianni questa volta partecipò al matrimonio di Donatella in veste di sposo. Donatella durante i periodi di precariato preparava torte, marmellate e sottaceti in un palazzo di Novoli, lui lavorava in una birreria. Così mentre lei insegnava e scriveva libri misero su un catering. Poi un ristorante. Bisogna forse precisare che quando si misero insieme, dopo essersi incontrati a Volterra, non furono sbrigativi. «Siamo tutti e due ragazzi per bene». Lei, educata dalle suore, evitava di fare il primo passo. Anche lui, educato (non dalle suore), era cauto. Ma l’etrusco cantò dentro di loro con parole appassiona­te e ogni volta che scendeva la sera loro sognavano avvolti dall‘ombra. Lui la portò a vedere la chiesa dei Ss Apostoli fondata, secondo la leggenda, alla presenza di Carlomagno e del paladino Orlando. Così oltre all’ombra dell’etrusco c’era anche quella di Orlando. «Digli di sì, è una sera di maggio» le dissero ricalcando i versi di una famosa canzone etrusca.

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Insieme Donatella e Gianni in libreria
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