Caso Ciatti, Guarnieri: il sistema è contro le vittime
«Per il sistema giustizia, inteso in senso lato con tutti i suoi attori, spesso le vittime cessano di essere vittime nell’attimo dopo che sono state uccise. I familiari vittime a loro volta diventano quasi sempre “trasparenti” o al peggio trattati come se fossero “colpevoli”». È il grido di dolore di Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, ucciso a 17 anni da un’automobilista ubriaco e drogato, dopo aver letto del caso di Niccolò Ciatti, il ragazzo fiorentino picchiato a morte in una discoteca di Lloret de Mar nell’agosto scorso. I magistrati spagnoli hanno inviato ai colleghi fiorentini 20 domande agli amici di Niccolò che erano con lui in vacanza in Spagna. Interrogativi tutti dello stesso tenore (Aveva bevuto? Era un ragazzo aggressivo?) che sembrano più un atto d’accusa che un tentativo di capire ciò che accadde al 22enne di Scandicci. «Una direttiva Europea sul trattamento delle vittime c’è, è fatta bene ed è chiara, ma per molte parti è rimasta sulla carta», ha scritto Guarnieri sulla pagina Facebook dell’associazione intitolata al figlio, annunciando la presentazione del suo libro «Il torto di essere vittime». Sul caso Ciatti interviene anche il deputato fiorentino Gabriele Toccafondi, che spiega: «Quanto prima incontrerò il ministro degli Esteri Angelino Alfano, perché possa sollecitare sia il governo spagnolo che l’Unione Europea nel procedere in maniera rapida con il processo affinché tutti i colpevoli possano scontare la loro giusta pena». (A.P.)