Anche i medici lasciano il centro
La metà dei dottori durante la settimana si sposta fuori dalla cerchia dei viali. «Lì spazi adeguati ed economici»
Meno residenti, meno ambulatori. «I pazienti calano e gli studi costano sempre di più»
Piano piano, lentamente, anche i medici di famiglia se ne vanno dal centro. Su 52 ben 23 hanno anche un ambulatorio fuori dal centro, dove si trovano spazi più adeguati e costi di affitto più bassi rispetto al centro dove sono saliti alle stelle con l’assalto dei turisti. «E temo che sarà sempre peggio — spiega Mauro Ucci, fiorentino e membro nazionale del sindacato Fimmg — perché i medici caleranno ancora».
Nel centro storico di Firenze la metà dei medici di famiglia fa la settimana corta. Col calo progressivo dei residenti, molti dottori che lavorano dentro il cerchio delle mura oggi hanno altri studi nel resto della città. E, anche tra chi opera solo in centro, sono pochissimi ormai ad avere un unico ambulatorio in cui ricevere pazienti dal lunedì al venerdì. I numeri sono rivelatori. Dei 52 che medici del centro — tanti risultano dal sito web dell’Asl fiorentina — ben 23, quasi la metà, ci restano soltanto per qualche giorno a settimana, perché hanno ambulatori tra Novoli, San Jacopino, Rifredi, via Senese. E un terzo di loro, per l’esattezza 17, si limita a non più di due o tre turni a settimana. Del resto, anche tra i 29 che lavorano solo dentro la cerchia delle mura, quasi nessuno sta nello stesso posto per tutta la settimana. Malgrado questo peregrinare di studio in studio, la stragrande maggioranza di medici di famiglia, 49 su 52, ha il massimale libero, ovvero non raggiunge il tetto limite di legge dei 1.500 pazienti. Segno evidente che non c’è il pienone di residenti in cerca di un dottore.
Nel quartiere 5, per portare un raffronto, nella stessa condizione sono invece 44 medici su 67. Tradotto, per chi lavora in centro, per quanto si sposti da un ambulatorio all’altro per intercettare più pazienti possibili, sembra molto più complicato riuscire arrivare alla fatidica soglia dei 1.500 pazienti. Ciò colpisce ancora di più alla luce del fatto che, secondo le stime della categoria, già tra quattro, cinque anni la Toscana potrebbe trovarsi davanti a una grave carenza di medici di famiglia, complici i tanti che andranno in pensione a fronte dei pochi che riescono ad accedere ai corsi di specializzazione. Il motivo? «È difficile quantificare il fenomeno, ma è chiaro che lavorare nel centro storico di Firenze è sempre più difficile — spiega il dottor Mauro Ucci, membro del comitato centrale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, Fimmg — I residenti sono sempre di meno, ormai, lo sappiamo tutti, il centro è un carosello di turisti. Ma il fenomeno degli affittacamere non sposta soltanto i fiorentini fuori dalle mura, ma anche i medici, perché con i prezzi che corrono è sempre più difficile trovare uno studio a prezzi ragionevoli. Oltretutto, aumentano e di molto anche i prezzi dei fondi commerciali». «Tanto più, che con l’invecchiamento progressivo della popolazione e, quindi, con l’invecchiamento dei nostri pazienti — prosegue Ucci —, nascono problemi nuovi: ad esempio, in centro molti palazzi antichi sono senza ascensore, per cui sarebbe auspicabile trovare uno studio al piano terra. Ma spesso è impossibile, i prezzi sono esorbitanti».
«Il motivo per cui noi medici che lavoriamo in centro abbiamo anche studi fuori dai viali è esattamente perché i residenti del centro storico sono sempre di meno — spiega la dottoressa Barbara Baldini, che si divide tra tre studi, uno solo dei quali nell’area Unesco — Se vogliamo lavorare dobbiamo per forza andare a cercare pazienti anche altrove». Così, i medici si organizzano, e dei 25 studi del centro storico 18 sono in condivisione, mentre soltanto 7 sono individuali. In via Il Prato c’è un singolo ambulatorio condiviso da ben 8 dottori. Sul podio, con 6 medici ciascuno, anche gli studi di via Martiri del Popolo e di via XXVII Aprile. Il prezzo alto degli affitti diventa del resto un problema molto sentito dalla categoria proprio alla luce dei numeri bassi dei pazienti. «La difficoltà di trovare studi adeguati è notevole, visti sia i prezzi, sia le condizioni delle strutture — prosegue Barbara Baldini — Sarebbe auspicabile che la Regione e l’Asl mettessero a disposizione un poliambulatorio per i medici di famiglia del centro storico, se non vogliamo che si svuoti sempre di più di funzioni essenziali». Secondo uno studio dello Smi, il sindacato dei medici italiani, del 2015, un medico che raggiunga il massimale può guadagnare in media dai 100 ai 135 mila euro all’anno. Ma siccome lo stipendio dipende dal numero di pazienti, chi rimane troppo sotto i 1.500 rischia di non potersi permettere uno studio principesco. Così, anche se numeri ufficiali non ce ne sono, «la sensazione — dice Mauro Ucci — è che si stia andando verso una riduzione del numero di medici di famiglia nel centro storico di Firenze».
Così, con la prospettiva di vedere il numero dei dottori fortemente ridotto tra cinque anni (come già succede in molte regioni del Nord Italia), si apre la possibilità che nel prossimo futuro la legge nazionale sul massimale possa essere modificata, come già era successo vent’anni fa, per consentire un innalzamento del tetto. Con tutti i conseguenti disagi per i pazienti. L’ipotesi che circola da qualche anno è di portare l’asticella a 1.800, contro una media europea di 2.000. Ma sono gli stessi sindacati medici a precisare che così com’è il sistema non reggerebbe: «L’organizzazione dovrebbe cambiare — precisa Ucci — ogni medico sarebbe costretto ad avere un infermiere e un segretario, altrimenti con 1.800 pazienti non ce la farebbe». Da parte sua, l’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi, assieme al direttore dell’assessorato, Monica Calamai, sta lavorando a un piano — che dovrebbe essere pronto nelle prossime settimane — per aumentare in modo rilevante il numero di borse a disposizione dei laureati per l’accesso ai corsi di formazione in medicina generale.
Mauro Ucci Lavorare nel cuore di Firenze è sempre più difficile. Il fenomeno degli affittacamere non sposta soltanto gli abitanti... Barbara Baldini Gli ambulatori fuori dai viali? In centro è difficile trovarne di adeguati e i prezzi sono troppo alti Col calo dei pazienti non ci stiamo più con i costi