Regole toscane
Biotestamento, la Regione dà alle Asl un mese per partire
Tra un mese il testamento biologico diventerà realtà. La giunta regionale ha infatti approvato la delibera per applicare in Toscana la legge approvata dal Parlamento a dicembre. Ora la Regione fornirà alle aziende sanitarie le indicazioni per la raccolta e la registrazione, delle disposizioni anticipate di trattamento (Dat), i bio-testamenti. Nasceranno quindi dei registri (analogici o digitali) che raccoglieranno i documenti in una sorta di anagrafe sempre a disposizione dei medici, che così potranno sempre conoscere le volontà del paziente che stanno curando, anche se incosciente. Per presentare le Dat il cittadino potrà fare una scrittura notarile, ma basterà anche solo una scrittura privata da consegnare all’anagrafe del Comune o all’Asl. Per essere valide, le Dat devono essere state redatte solo dopo che il cittadino ha acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle scelte che intende mettere per iscritto, anche se le modalità di questo «controllo» da parte del medico devono ancora essere precisate. La Regione offrirà anche una versione online, veloce e semplificata: sul web, sarà possibile indicare non solo le volontà di trattamento nel fine vita, ma anche le disposizioni dopo la morte, da dove si preferisce morire (a casa o in ospedale), al tipo di funerale, all’eventuale donazione degli organi e al trattamento delle spoglie. La formula online sarà subito accessibile al medico e potrà essere inserita sulla tessera sanitaria. Nella delibera sono previsti alcuni casi in cui il medico potrà disattendere le Dat: nel caso in cui un paziente rifiuti tutte le cure, ma questo gli provochi dolore, il dottore sarà autorizzato a fornirgli le cure palliative. «È un grande passo avanti nel campo dei diritti civili», commenta il governatore Enrico Rossi. «La Toscana è tra le prime Regioni che dà corso alla legge sul biotestamento», gli fa eco l’assessore alla Salute Stefania Saccardi. La delibera individua nel medico di famiglia il referente principale perché il paziente sia informato su tutte le possibilità di scelta e di cura. Per una ricerca dell’Agenzia regionale di Sanità per il 75 % dei pazienti terminali l’ospedale resta il punto di riferimento anche nell’ultimo mese di vita, solo l’8% si rivolge agli hospice. (Giulio Gori)