I NO AI DAZI DI TRUMP, PER SALVARE IL NOSTRO
Caro direttore, nella partita del commercio internazionale l’Europa ha registrato una prima vittoria nei confronti della linea protezionista di Donald Trump. Le pressioni della Commissione, dei governi e delle associazioni delle imprese europee sono infatti riuscite nell’intento di convincere gli Stati Uniti a esentare i Paesi Ue dai dazi su acciaio e alluminio entrati in vigore lo scorso 23 marzo. Si tratta, per ora, di una vittoria europea, ma dovremo tenere alta la guardia. Bene ha fatto la Commissione a chiedere nei giorni scorsi un’esenzione permanente dagli stessi dazi, lanciando al tempo stesso un’indagine tesa a monitorare le importazioni di acciaio in Europa. Obiettivo di questa contromisura è proprio quello di evitare l’«inondazione» di prodotti a basso costo nel mercato europeo a causa dei dazi imposti da Trump agli altri produttori extra-Ue.
Oggi occorre evitare a tutti i costi che si scateni una pericolosa escalation di protezionismo che avrebbe come prima vittima l’export italiano e toscano in particolare. Il mercato americano rappresenta infatti il 10 % delle esportazioni della nostra Regione, pari a 3,5 miliardi di euro ogni anno. Solo le esportazioni agro-alimentari toscane sul mercato americano ammontavano nel 2017 a 672 milioni di euro, con una quota importantissima rappresentata dalle nostre produzioni di vino e di olio.
La politica di Trump ha già concorso a cambiare il segno all’export toscano, che nel 2017 ha registrato un -9,7 %. A rischio, tuttavia, non c’è solo la nostra regione, ma l’intero comparto del Made in Italy, che nel 2017 ha esportato beni negli Stati Uniti per un totale di 40,5 miliardi di euro. Occorre quindi fare fronte comune a livello europeo, scongiurando i rischi del protezionismo e del sovranismo di cui sono alfieri non solo Trump ma anche i partiti usciti vincitori dalle elezioni del 4 marzo. L’Europa deve restare unita e fare di tutto per evitare che si inneschi una guerra commerciale sulla pelle delle nostre produzioni e dei nostri lavoratori.