La foto di Davide, al 13’ tutti in piedi
L’applauso per Astori, il ricordo commosso davanti all’albergo
Come in una grande bolla, lontano da tutto ma con quel senso di vuoto dentro che non riesce ad andar via. Tornare a Udine è stato complicatissimo. Per squadra, Pioli, dirigenti e perfino le decine di tifosi viola che già nel pomeriggio hanno atteso l’uscita di Chiesa e compagni dall’hotel Astoria che ospitava la Fiorentina. «Non potevamo mancare», spiegano. «Eravamo qui anche il 4 marzo, siamo tornati solo per Davide», aggiunge una signora con tuta, ombrello e borsa viola. «In ritiro abbiamo sentito un vuoto immenso — aggiunge Milenkovic, che da Astori stava imparando qualche segreto del calcio italiano — abbiamo parlato molto ma la sensazione è che il capitano fosse ancora accanto a ognuno di noi». «Davide manca, lui era diverso dagli altri», aggiunge Antognoni prima che anche la Dacia Arena dedichi il suo tributo al capitano.
Al 13’ infatti, tutti in piedi per Astori, e pazienza se i centrocampisti dell’Udinese continuano a scambiarsi la palla senza interrompere il gioco. Sul maxischermo dello stadio compare Davide, sorridente e in maglia viola, mentre in tribuna si legge uno striscione con il più classico dei saluti friulani: «Mandi Davide». Il resto è una pioggia di applausi, con il pubblico tutto in piedi e la curva viola che urla «C’è solo un capitano» e srotola l’ennesimo pensiero per Astori: «Qui nel ricordo di una terribile giornata che non sarà mai dimenticata». «Speravo la palla uscisse — confida Pioli — mi sarei goduto di più il momento. In ritiro ho cercato di parlare ai ragazzi. Ma di calcio. Perché su Davide non c’era bisogno di aggiungere nulla. Sapevo che in campo avremmo messo qualcosa in più, non siamo solo in undici a giocare le partite».
«Sono tornati alla mente il dolore e l’angoscia di quel giorno — aggiunge il dg friulano Franco Collavino — ma lo sport ha messo in evidente il meglio che sa esprimere». Sul campo invece la squadra ha ripetuto quello che aveva fatto in questo mese: ha giocato per il suo capitano, con quel tragico 4 marzo nel cuore e col coltello tra i denti.