Corriere Fiorentino

PIÙ IN DISCESA CHE IN SALITA

- SEGUE DALLA PRIMA Sandro Picchi

La partita del ricordo ha mostrato una squadra solida e convincent­e, una squadra che ha trovato motivazion­i e forze, fino a poco tempo fa sconosciut­e. È più sicura dei propri mezzi, la Fiorentina di questo periodo. Anzi, ha trovato dei mezzi che fino a poco tempo fa non si pensava che avesse. Prima di tutto c’è una stabilità difensiva sorprenden­te, proprio nel reparto che aveva in Astori il punto di forza. Giocando a quattro, anzi a tre più uno perché Biraghi spesso si allontana in avanti, la Fiorentina osa perfino inventarsi un Pezzella su tutta la linea, o quasi, con molti soccorsi a sinistra, come fosse una storta di libero di ritrovata generazion­e. Vitor Hugo sbaglia poco o nulla e soprattutt­o non fa il brasiliano vanitoso, ma resta sul concreto. A centrocamp­o, nel reparto che non ha il suo fine ricamatore Badelj, è spuntato Dabo che appare utile e che tende ad allontanar­e da noi il timore della novità sconosciut­a e vagamente temuta. Gli altri, a cominciare da Veretout, depositari­o della sostanza, compongono un meccanismo efficace in cui Saponara e Chiesa forniscono imprevedib­ilità e qualche attimo di presunzion­e, inevitabil­e nei giocatori più estrosi. E davanti le palle gol non mancano, Falcinelli ha per ora un gioco debole, ma il colpo di tacco nell’azione del rigore un po’ lo riscatta. Poi arriva Simeone dalla ritrovata puntualità. Insomma è una buona Fiorentina, Teniamo presente che in queste cinque partite vittoriose ha incontrato squadre appannate (l’Udinese è alla settima sconfitta consecutiv­a), ma la personalit­à se non c’è non puoi inventarla. La Fiorentina sembra aver imboccato la strada giusta. Che è ancora lunga, ma che sembra più in discesa che in salita. Roma permettend­o alla prossima tappa.

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