Corriere Fiorentino

LIVORNO MIA STORIE DI CHI LA AMA

Da domani al 7 aprile un’anteprima del festival del ridicolo di Bartezzagh­i Laboratori per le scuole, il reading di Gifuni e lo story show di Matteo Caccia «Ecco come i cittadini mi hanno svelato la loro estate indimentic­abile»

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Rock d’autore stasera al Circolo Il Progresso in via Vittorio Emanuele II: torna in concerto a Firenze, a 25 anni di distanza dall’ultima performanc­e, Sid Griffin, nato pioniere del punk e poi leader dei Long Ryders, band seminale del movimento alternativ­e country degli anni ’80, e cofondator­e del movimento Paisley Undergroun­d nella California di fine anni ’80 insieme a Steve Wynn e Dan Stuart.

«A Livorno è sempre estate» perché «se l’estate è il momento in cui romanticam­ente ci si apre alle cose — riflette lo scrittore e narratore radiofonic­o Matteo Caccia — non ho mai conosciuto una città più capace di tali aperture». Parola di novarese, che ha passato due giorni sulla Terrazza Mascagni a caccia di storie: chiedendo, a chi passava, quale fosse stata la sua «estate indimentic­abile» e perché. Il risultato di questa «indagine» lo conoscerem­o sabato sera (ore 21) alla Biblioteca dei Bottini dell’Olio nel suo spettacolo A Livorno è sempre estate a conclusion­e de «La Primavera del Ridicolo», aperitivo d’aprile del festival dell’umorismo Il senso del ridicolo di Stefano Bartezzagh­i che si consumerà a settembre.

«C’è la ragazza di Cagliari trapiantat­a a Livorno che inizialmen­te odiava la città ma che un bel giorno d’estate si è accorta di amarla solo perché dopo aver sentito un forestiero parlarne male, aveva provato una fitta al cuore». Poi l’anziano che ricorda il giugno del ’40 «quando da bambino sentii la dichiarazi­one di guerra di Mussolini: noi bimbi esultavamo felici, poi mi girai e vidi mia nonna piangere davanti alla radio». Immancabil­e da stereotipo «il tizio che si ritrova Da sapere

La «Primavera del Ridicolo», anteprima del Festival del Ridicolo si tiene a Livorno da domani al 7 aprile. Tra gli appuntamen­ti la serata «A Livorno è sempre estate» con lo scrittore e conduttore radiofonic­o e televisivo Matteo Caccia (nella foto) che ha passato 48 ore a Livorno, ascoltando le testimonia­nze dei livornesi durante un fine settimana di maggio nel freddo inverno vietnamita in braghe corte e infradito, con tutti che lo prendono per i fondelli, perché un livornese lo riconosci anche da queste cose». Oppure la signora che ha adottato un bambino ucraino e «ero convinta che un livornese non avesse nulla da imparare riguardo al mare — dice — poi ho visto Pavel tuffarsi e... ho imparato più cose sul mare da un bambino ucraino che da chiunque altro». Infine, altro stereotipo, la selva dei «meglio disoccupat­i a Livorno che ingegneri a Milano».

Storie, aneddoti, memorie, riflession­i: un ritratto di Livorno che lo scrittore piemontese è stato indotto a raccoglier­e su suggerimen­to del linguista milanese Bartezzagh­i. Nei tre giorni di questo «aperitivo» sul tema dell’umorismo, da domani a sa-

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