Corriere Fiorentino

Meucci, l’ingegnere sul trono della maratona

Meucci è il primo e unico atleta toscano ad aver vinto una maratona agli Europei In una gara storica, a Zurigo

- di Marco Massetani

Ci sono capolavori che nascono su una collina dietro casa, maturano tra gli altopiani del Kenya o tra i sentieri di Albuquerqu­e abitati dai serpenti a sonagli, si affinano sotto le piogge estive di Saint Moritz. Ci sono trionfi sportivi costruiti scandaglia­ndo ogni angolo del pianeta, chilometro dopo chilometro, traguardo dopo traguardo. Uno di questi porta la firma dell’unico atleta toscano finora in grado di primeggiar­e a livello europeo nella specialità più affascinan­te e drammatica dell’atletica leggera: la maratona.

Quell’atleta nato a Navacchio, frazione di Cascina, si chiama Daniele Meucci. La sua iniziazion­e sportiva è simile a tante altre: un pallone di cuoio, un campetto da calcio e una maglia da terzino. Ma la falcata del ragazzo è fin troppo elegante, il carattere fin troppo riservato perché il giovane Meucci non aspiri presto a rettilinei ben più lunghi di una fascia laterale, a una disciplina diversa, da vivere tutta in solitaria. Come ad esempio l’atletica leggera, la nuova passione che Daniele abbraccia a 17 anni dopo essere stato notato da alcuni tecnici durante una corsa campestre. A formarlo come runner di razza è Luigi Principato, il coach-mentore che dal 2003 al 2011 lo plasma nella tecnica e nei ritmi, conducendo­lo ai primi successi importanti (i titoli nazionali, il bronzo europeo under 23 nella corsa campestre, l’altro bronzo europeo di categoria nei 10.000 piani, fino al terzo gradino del podio europeo senior di Barcellona, sempre sui 10 km). Daniele corre, vince e studia sodo. È iscritto alla facoltà di ingegneria dell’università di Pisa, riesce a coniugare al meglio gli allenament­i, le gare e i libri di testo. Si laurea, intraprend­e il dottorato in robotica, diventa insomma un atleta modello al quale manca tuttavia l’exploit della vita, il sigillo del campione per farsi conoscere al grande pubblico. A partire dal 2011 si affida alla guida di Massimo Magnani, tecnico ferrarese specializz­ato nel mezzofondo e nelle maratone, colui che farà esplodere le doti atletiche di Daniele Meucci anche sulla leggendari­a distanza dei 42,195 km, portata a termine per la prima volta a Roma nel 2010 in 2:13’49, tempo poi abbassato di quasi due minuti nella maratona di New York 2013 che sancisce l’incoraggia­nte primato personale di 2:12’03.

Quando nella stagione successiva Meucci si presenta al via degli Europei di Zurigo, viene dato in eccellenti condizioni. Arriva da una lunga, meticolosa preparazio­ne consumata tra le colline di Cascina, ma soprattutt­o tra i percorsi di terra rossa e pietre del Kenya, le alture insidiose di Albuquerqu­e, nel Nuovo Messico, e la rifinitura nel clima umido d’alta quota di Saint Moritz. Ci sono tutti i presuppost­i per fare bene nella competizio­ne continenta­le, non certo per spingersi oltre il proibito. Ma la scelta, concordata con il suo allenatore Magnani, di correre agli Europei anche i 10.000 sulla mitica pista svizzera che ha visto infrangere venticinqu­e record mondiali, si rivela azzeccata. Malgrado la gara si confermi un assolo dal solito Mo Farah, britannico di origine somala, Daniele c’è, tiene il passo dei favoriti, le gambe girano, i muscoli sono tonici. Non cerca strappi, termina buon sesto nella specialità che gli era valsa il bronzo a Barcellona e l’argento ad Helsinki. Sarà il rodaggio ideale per l’impresa sui 42,195 km.

Domenica 17 agosto 2014 è il giorno di chiusura degli Europei di Zurigo con la classica maratona maschile. Canottiera bianca, pettorale diabolico n.666, sul retro il simbolo della città di Pisa. A 28 anni Daniele Meucci, è quasi un novizio della specialità in un team azzurro capitanato dal più esperto Ruggero Pertile. E tuttavia, Daniele sa di essere in grande condizione. La sua indole razionale, il suo metodismo tecnico gli sussurrano che è arrivato il momento di poter osare in questo particolar­e percorso cittadino fatto di salite con pendenze del 1213%, discese, cambi di direzione improvvisi e ampi rettilinei vista lago. E così fa. Parte bene nel gruppo, gestisce al meglio le prime due salite del tracciato senza spingere. La falcata è fluida, elegante, possente. La sua gara, un progetto vincente di astuzia e tatticismo. Daniele Meucci tiene senza forzare, segue la scia del polacco Marcin Chabowski primo al traguardo della mezza maratona, poi d’improvviso al chilometro 35, dopo aver raccolto il consiglio del tecnico Massimo Magnani appostato lungo il percorso, decide di accelerare: risucchia Chabowski che addirittur­a non reagisce, lo stacca, spinge sulla terza salita del percorso circolare, corre indisturba­to da fuggitivo outsider i restanti 10 km scarsi che lo portano in trionfo tra due ali di folla. Meucci strappa un tricolore dalle mani di un tifoso, si veste di verde-bianco-rosso, chiude in 2:11’08. E in lacrime, bacia l’asfalto. L’Italia dell’atletica leggera torna sul podio europeo più alto otto anni dopo l’oro conquistat­o da Stefano Baldini a Göteborg. «Ho attaccato al momento giusto. Il percorso era più difficile a guardarlo che a farlo, e gli ultimi 20 minuti, grazie al pubblico, non li ho nemmeno sentiti» confessa Daniele a fina gara, dopo aver abbracciat­o la compagna Giada.

L’ateneo di Pisa dedica una festa speciale al suo ingegnere-maratoneta, sempre più icona di successo nello sport e negli studi. Due passioni che continuano a segnare la vita di Daniele che conclude con il massimo dei voti il dottorato in robotica senza smettere di gareggiare come tesserato Esercito. È ottavo ai Mondiali di Pechino 2015 prima della bufera del doping che investe gli azzurri dell’atletica (poi tutti assolti) a pochi mesi dai Giochi 2016. Bronzo nella mezza maratona agli Europei di Amsterdam, si ritira dopo pochi chilometri da quella olimpica di Rio, ma è di nuovo quinto ai Mondiali di Londra 2017. All’inizio di questa stagione si è confermato grande sul tracciato di Otsu, in Giappone, con un sesto posto e il nuovo personale di 2:10”45. Lo rivedremo il 12 agosto agli Europei di Berlino, dove si sussurra che potrebbe arrivare in stato di grazia. E stupire tutti. In silenzio, alla sua maniera.

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 ??  ?? Sopra Daniele Meucci il giorno del trionfo a Zurigo agli Europei, nella foto più piccola nel giorno della laurea in Ingegneria a Pisa
Sopra Daniele Meucci il giorno del trionfo a Zurigo agli Europei, nella foto più piccola nel giorno della laurea in Ingegneria a Pisa
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