Corriere Fiorentino

Rocchi, l’unico italiano ai Mondiali

L’arbitro fiorentino rappresent­erà il nostro calcio in Russia. Nicchi: «Un orgoglio»

- di Filippo Baffa e Matteo Magrini

Niente Mondiali in Russia per la Nazionale azzurra. Un duro colpo per il calcio italiano, che sarà rappresent­ato nella rassegna iridata che si apre il 14 giugno da un arbitro. Quel Gianluca Rocchi, fiorentino doc, che è partito da Soffiano nella sua cavalcata verso i vertici del calcio internazio­nale. Nicchi, presidente Aia: «Orgoglioso del nostro lavoro».

«Catastrofe», «rovina», «disastro». Così è, se vi pare. E pazienza se per qualcuno si tratta di un’esagerazio­ne. Aspettate, e ve ne accorgeret­e a partire dal 14 giugno: quando il pallone inizierà a rotolare. Quando vi siederete sul divano, davanti ad una birra gelata. Quando accenderet­e la tv, e vi renderete conto che no. Stavolta no.

Niente Italia, niente inno di Mameli, niente mani sul petto di maglie azzurre, niente Mondiale di calcio. Un pensiero che sembra lontanissi­mo. Eppure, molto presto, tornerà a bussare. E a far male. C’è qualcuno però, da queste parti, che vive l’attesa con uno stato d’animo diverso. Si chiama Gianluca, è nato (e vive) a Soffiano, e a giugno (insieme ai suoi assistenti) sarà l’unico italiano in camp ai Mondiali in Russia. Il lungo viaggio di Rocchi comincia da qui. Quartiere 4. Ai confini del centro, ai piedi di dolci colline tipicament­e «nostre».

La notizia è arrivata il 29 marzo scorso ma, per il fischietto fiorentino, non è stata una sorpresa. Era nell’aria. Del resto, stiamo parlando di uno dei migliori arbitri in circolazio­ne. Uno che aveva già sfiorato gli Europei del 2012, i mondiali del 2014 ed Euro 2016. Senza dimenticar­e il resto. Le Olimpiadi di Londra, la Confederat­ions Cup, le partite in Champions ed Europa League, la Supercoppa Europea del 2017, la finale di Coppa Italia del 2016.

Ora, alla soglia dei 45 anni, Rocchi è pronto per la sua prima avventura mondiale. «Ma non è particolar­mente agitato», racconta chi lo conosce bene. Questione di personalit­à. E di abitudine. Certo quando ha iniziato, a 15 anni, non poteva immaginare una carriera del genere. La prima partita arbitrata, a San Casciano, è un ricordo che porta ancora con sé. Aveva deciso di smettere col calcio giocato perché non gli piaceva un granché (era un centrocamp­ista della Cattolica Virtus) e di passare dall’altra parte della barricata. Da calciatore, ad arbitro. Gianluca Rocchi è erede di una tradizione fiorentina forte: Gino Menicucci, soltan- to per fare un nome. I suoi modelli? Collina, ma anche e soprattutt­o Braschi.

Nato all’ospedale di Santa Maria Nuova, Rocchi non ha mai perso il suo legame con Firenze. Anzi. Vive ancora a Soffiano, con la moglie e i due bambini. «Sono la sua vita, appena ha un momento lo dedica a loro. Passa ore a giocarci», raccontano i suoi amici di sempre. Già. Anche quelli, non son cambiati. Sono il suo «rifugio».

Quelli che lo abbraccian­o nei momenti difficili (come ad esempio durante il processo Calciopoli, dal quale è uscito assolutame­nte pulito e assolto) e che magari lo prendono in giro quando riceve troppi compliment­i per una grande prestazion­e. Soffiano, quindi. E poi il centro storico, dove ama perdersi in passeggiat­e che gli ristorano l’anima. O le Cascine. «Sono la sua seconda casa», dicono. È lì, che va a correre. Palestra naturale per preparare ogni stagione. Passioni? Musica (soprattutt­o i Coldplay) e cinema. Adesso, Rocchi, è pronto per la Russia. «Non abbiamo ancora festeggiat­o», spiegano dalle sue parti. Preferisce aspettare, sperando che fili tutto liscio. Sarà arbitro, ovviamente, e forse addetto al Var. Si deciderà a breve. Di certo lui e i suoi assistenti (Tonolini e Liberatore) avranno un ruolo fondamenta­le visto che, l’Italia, è la nazionale guida per quando riguarda la tecnologia applicata al pallone. Un piccolo motivo d’orgoglio. Lo stesso che lui sente quando, in giro per il mondo, racconta di essere un fiorentino. Lo stesso, che Firenze proverà guardando il mondiale. Perché l’unico italiano protagonis­ta, sul campo, sarà un figlio di questa città. E scusate se è poco.

Passato e presente

La prima partita a 15 anni a San Casciano, è tra gli eredi di una tradizione forte che parte da Gino Menicucci

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È nato a Firenze dove ancora vive a Soffiano
Gianluca Rocchi, arbitro internazio­nale, 45 anni È nato a Firenze dove ancora vive a Soffiano
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Gianluca Rocchi, 45 anni, nato a Firenze e arbitro internazio­nale

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