Rinnovi e riscatti Cosa serve per restare uniti
Dopo aver messo le basi, l’obiettivo è confermare tutti. Anche coi soldi di Kalinic
Ogni palazzo, si sa, si costruisce partendo dalle fondamenta. Sta tutto lì e, se sbagli, son guai. Il rischio per la Fiorentina, dopo la rivoluzione estiva, era quello: accorgersi di aver poggiato il futuro su una base sbagliata, troppo fragile per reggere un nuovo ciclo. Invece no. Basta dare un occhio ai numeri e, in particolare, alle ultime 19 partite. Un «girone», nel quale la Fiorentina ha messo insieme 9 vittorie, 7 pareggi e soltanto tre sconfitte, contro Sampdoria, Verona e Juventus. Totale: 34 punti. Una media (quasi) da Champions. Anche per questo, sia Corvino che Pioli, son decisi a confermare gran parte del gruppo. Prestiti, diritti o obblighi di riscatto, contratti in scadenza, gioielli da difendere.
Di casi da risolvere ce ne sono. Il più rilevante è sicuramente quello che riguarda
Badelj. Rinnovo o addio? È questo il (suo) grande dilemma. Fosse per la società infatti, non ci sarebbero dubbi: ritocco verso l’alto dell’ingaggio, e prolungamento. Il croato sta riflettendo e nessuno intende mettergli fretta. Di certo, i compagni, stanno provando in tutti i modi a convincerlo a restare perché il suo peso nel gruppo è decisivo, dentro e fuori dal campo. C’è poi Sportiello, per il quale i viola devono decidere se esercitare o meno il diritto di riscatto. Quello del portiere è uno dei casi sul tavolo di Corvino e Pioli. Il costo è di circa 6 milioni. Le sue ultime prestazioni (anche a Roma è stato il migliore in campo) spingono verso l’acquisto con il club e l’allenatore che sono molto soddisfatti del suo rendimento, ma una decisione netta verrà presa soltanto a campionato finito.
In bilico c’è anche Lo Faso, arrivato in prestito e che Corvino può acquistare sborsando 2,7 milioni al Palermo. Si vedrà. Per il resto solo certezze. Compresi i «big». Giocatori come Veretout e (soprattutto) Chiesa, per capirsi, verranno difesi strenuamente. Con la consapevolezza che, nel calcio di oggi, nessuno (tanto meno in Italia) può parlare di incedibili. Soltanto offerte indecenti però, potranno far vacillare il muro. E poi gli altri, partendo da Pezzella. A livello puramente contrattuale è giusto considerarlo tra «color che son sospesi». In realtà, è già tutto deciso. La Fiorentina, per 9,5 milioni, lo riscatterà. Certi di restare sono anche Saponara (obbligatorio il riscatto per circa 9 milioni), Laurini (obbligo di riscatto ad un milione) e Biraghi, per il quale il vincolo (fissato ad 1,5 milioni) scattava in caso di salvezza viola. Poi ci sono i prestiti «lunghi»: Falcinelli e Gil Dias. Sono legati al club dei Della Valle fino al 2019 ma, per entrambi, verranno fatte delle valutazioni. Nulla vieta infatti (previo accordo con Sassuolo e Monaco) di interrompere in anticipo il prestito.
In totale, quindi, la Fiorentina è virtualmente esposta per circa 21 milioni: 11,5 certi (Saponara, Biraghi e Laurini) più i 9,5, scontati, per Pezzella. Una cifra che, qualora fossero riscattati anche Sportiello e Lo Faso, salirebbe fino (circa) 29,7 milioni. Tanti, ma dal Milan entreranno 20 milioni per il riscatto obbligatorio del prestito di Kalinic. Il saldo negativo quindi si assesterebbe sui 10 milioni. Soldi ben spesi. Lo dicono i numeri, lo confermano i risultati, e all’interno della Fiorentina ne son sempre più convinti. La base c’è. E non è poco.
Sul tavolo di Corvino
Pezzella sarà riscattato, ma anche Sportiello ha buone possibilità di restare. Resta il rinnovo di Badelj, ma il club appare fiducioso