Corriere Fiorentino

QUEI VALORI RITROVATI SU CUI COSTRUIRE

- Ernesto Poesio

In fondo il modo migliore per provare a ripartire era proprio questo: svuotare la testa, lasciare da parte almeno per il tempo di qualche partita la tristezza e il profondo dolore, e tornare a giocare prima di tutto per se stessi. Una squadra, un allenatore, un pallone. Niente altro. Immuni a tutto il resto, dopo una vita passata a convivere con l’ansia da risultato, i giudizi, le moviole, i contratti, i continui trasferime­nti, gli insaziabil­i tifosi: l’orizzonte viola da quella terribile domenica di Udine è diventato improvvisa­mente più nitido. È questo forse l’ultimo regalo di Davide Astori ai suoi compagni di squadra. Giocatori nei quali credeva sinceramen­te tanto da garantire per loro davanti agli ultras nei momenti più duri dell’ultima contestazi­one. Già, sarebbe un errore dimenticar­e l’aria pesante che dalla scorsa estate fino alla tragedia di Davide ha accompagna­to questa nuova (certamente migliorabi­le) Fiorentina. Insulti sui social e allo stadio, depression­e acuta, pronostici nefasti di opinionist­i e esperti, accuse e repliche piccate, perfino uno striscione che augurava tutto il male possibile ai Della Valle. Un ambiente difficile, non il massimo per Pioli e la società, impegnati nella costruzion­e di un nuovo ciclo. E allora forse non è un caso che proprio l’allenatore, dopo l’Olimpico, abbia sentito il bisogno di rimarcare il valore, anche tecnico, della propria squadra: «Ciò che è successo a Davide ci ha unito, e ha permesso anche a me di capire di più i miei giocatori. Ma abbiamo dimostrato di avere anche delle qualità, ridurre tutto all‘aspetto emotivo non sarebbe obiettivo». E nemmeno aiuterebbe a fare le scelte giuste, anche per il futuro. Perché se da una parte è innegabile come questa squadra così acerba sia stata costretta a crescere all’improvviso, dall’altra il rischio che finita la stagione i mesi del calciomerc­ato riaprano polemiche e rese dei conti personali resta reale. Con una novità però, che quell’accusa di scarsa passione che veniva mossa alla proprietà, si è dissipata davanti all’umanità con cui, dai Della Valle ai dirigenti fino all’allenatore e al suo staff, la Fiorentina ha saputo reagire in un momento così difficile. Lo ha fatto stringendo­si come una famiglia. Un patrimonio ritrovato da tenersi stretti. Solide fondamenta per la Fiorentina che verrà.

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