QUEI VALORI RITROVATI SU CUI COSTRUIRE
In fondo il modo migliore per provare a ripartire era proprio questo: svuotare la testa, lasciare da parte almeno per il tempo di qualche partita la tristezza e il profondo dolore, e tornare a giocare prima di tutto per se stessi. Una squadra, un allenatore, un pallone. Niente altro. Immuni a tutto il resto, dopo una vita passata a convivere con l’ansia da risultato, i giudizi, le moviole, i contratti, i continui trasferimenti, gli insaziabili tifosi: l’orizzonte viola da quella terribile domenica di Udine è diventato improvvisamente più nitido. È questo forse l’ultimo regalo di Davide Astori ai suoi compagni di squadra. Giocatori nei quali credeva sinceramente tanto da garantire per loro davanti agli ultras nei momenti più duri dell’ultima contestazione. Già, sarebbe un errore dimenticare l’aria pesante che dalla scorsa estate fino alla tragedia di Davide ha accompagnato questa nuova (certamente migliorabile) Fiorentina. Insulti sui social e allo stadio, depressione acuta, pronostici nefasti di opinionisti e esperti, accuse e repliche piccate, perfino uno striscione che augurava tutto il male possibile ai Della Valle. Un ambiente difficile, non il massimo per Pioli e la società, impegnati nella costruzione di un nuovo ciclo. E allora forse non è un caso che proprio l’allenatore, dopo l’Olimpico, abbia sentito il bisogno di rimarcare il valore, anche tecnico, della propria squadra: «Ciò che è successo a Davide ci ha unito, e ha permesso anche a me di capire di più i miei giocatori. Ma abbiamo dimostrato di avere anche delle qualità, ridurre tutto all‘aspetto emotivo non sarebbe obiettivo». E nemmeno aiuterebbe a fare le scelte giuste, anche per il futuro. Perché se da una parte è innegabile come questa squadra così acerba sia stata costretta a crescere all’improvviso, dall’altra il rischio che finita la stagione i mesi del calciomercato riaprano polemiche e rese dei conti personali resta reale. Con una novità però, che quell’accusa di scarsa passione che veniva mossa alla proprietà, si è dissipata davanti all’umanità con cui, dai Della Valle ai dirigenti fino all’allenatore e al suo staff, la Fiorentina ha saputo reagire in un momento così difficile. Lo ha fatto stringendosi come una famiglia. Un patrimonio ritrovato da tenersi stretti. Solide fondamenta per la Fiorentina che verrà.