Nicchi, presidente Aia
«Var e non solo, oramai siamo un’avanguardia»
Rocchi e non solo. «È uno degli arbitri di vertice: rappresentano tutto un movimento che sta alle loro spalle e che è all’avanguardia, un fiore all’occhiello per la Federcalcio», rivendica Marcello Nicchi numero uno dell’Associazione italiana arbitri. Anche lui toscano (di Arezzo), come Pierluigi Collina (sezione di Viareggio) presidente della Commissione arbitri della Fifa. «In questo momento in Toscana c’è grande vitalità ad altissimo livello e non solo, ma non c’è un segreto particolare o una specificità, è questione di cicli — continua Nicchi — la scuola arbitrale italiana ha una storia importante nel suo complesso magari ci sono dei periodi legati a particolari condizioni dovute al fatto che i grandi arbitri creano nei giovani spirito emulativo e una volta che smettono diventano maestri ed istruttori trasferendo le loro conoscenze ed esperienze alle nuove leve. È come per le vigne, ci sono delle annate in cui il vino viene migliore». La vera forza è quella di aver creato e portato avanti una «scuola».
«Abbiamo trentasei rappresentanti a vario titolo (tra arbitri, assistenti, delegati, osservatori, preparatori ) negli organismi internazionali — spiega il presidente dell’Aia — più di tutte le altre federazioni mondiali. Non a caso siamo stati i primi a sperimentare la Var online (quella in cui direttore di gara in campo e quelli di fronte allo schermo sono effettivamente in collegamento tra loro, ndr) da quest’anno in serie A. Abbiamo continuamente richieste di altre federazioni che chiedono di potersi allenare con noi».
Non solo tradizione, dunque. È l’innovazione che ha reso l’Italia e Coverciano in particolare un polo di eccellenza internazionale. «Nel periodo a ridosso del Mondiale — conclude con orgoglio Marcello Nicchi — ci sarà un pre-raduno a Coverciano dove gli arbitri selezionati per Russia 2018 si prepareranno e potranno usare la nostra “sala Var”, quella in cui tutte le settimane gli arbitri italiani si allenano».