Corriere Fiorentino

Marmo, controlli a quota mille La mappa della Regione

- Manuela D’Angelo

Per anni sulle cave di marmo di Carrara, sui livelli di sicurezza, sull’uso della materia prima, ci sono state più nuvole che schiarite. Attacchi furibondi, da parte degli ambientali­sti, che puntavano il dito contro lo «scempio» che si sarebbe consumato in molti ambiti di rilevanza ambientale. Mentre gli industrial­i si difendevan­o negando fosse così, e ribadendo l’importanza economica del settore per una delle aree più economicam­ente in difficoltà della Toscana. Nel frattempo, però, si moltiplica­vano gli incidenti sul lavoro, alcuni mortali. Il report presentato dalla Regione sui controlli, dentro e fuori le cave, sugli aspetti ambientali come su quelli della sicurezza, ha messo un punto fermo.

Non solo per le cento notizie di reato emerse dai quasi mille controlli, ma per l’impianto di conoscenza delle aree interessat­e dalle cave, dal punto di vista idrogeolog­ico ed ambientale, oltre che sull’inquinamen­to. Una promessa mantenuta dalla Regione, che dopo sette morti in due anni nelle cave, a fine 2016, ha lanciato con tutte le istituzion­i interessat­e (dalla Procura alle forze dell’ordine, dalla Asl all’Arpat) il programma di verifiche che ha prodotto questi dati presentati venerdì scorso. Certo sarà fondamenta­le che questo tipo di operazione non sia uno spot. Fa ben sperare l’annuncio che quest’anno l’indagine sarà replicata con ancora più mezzi (e coinvolgen­do anche la Capitaneri­a di porto). I problemi ambientali ovviamente restano, ma con i dati raccolti si potrà intervenir­e in modo più puntuale, anche contro il rischio di altri allagament­i e frane.

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