ALLA ROTTAMAZIONE DELLE PROMESSE
Siamo davvero entrati nella Terza Repubblica. E il merito è dei Cinque stelle e della Lega, i cui leader assurgono al rango di novelli statisti. Ora è tutto diverso, mica come un mese fa. «Benvenuti in politica», dice Denis Verdini, che conosce bene l’arte della promessa in campagna elettorale e sa quanto sia facile rottamarla una volta giunti nel cuore del Palazzo. Visto che ormai il lessico incendiario non serve più ai Cinque stelle, tutto è possibile. L’«inciucio» è stato abolito, adesso è tempo di accordi, di patti, di alleanze, di programmi che convergono, come quelli fra Lega e M5s. Si fanno appelli al senso di responsabilità, si chiede al Pd di non essere egoista, di sacrificarsi per un bene superiore. È l’ora, insomma, dei compromessi, da fare naturalmente in Parlamento, perché la nostra è una democrazia parlamentare. Il «reddito di cittadinanza»? Ora si chiama sussidio alla povertà. La «flat tax»? Una rimodulazione delle tasse. L’immigrazione galoppante? Ma quale emergenza, non scherziamo. Berlusconi non è più neanche un gran puzzone, anzi è degno di esprimere la seconda carica dello Stato. E non una qualunque: Elisabetta Casellati, amica di Niccolò Ghedini e berlusconiana della prima ora. Aveva ragione Ennio Flaiano: «Vogliono la rivoluzione ma preferiscono fare le barricate con i mobili degli altri».